La figura illustra le proiezioni di Bell Labs Consulting sulla variazione del costo mensile del Gigabyte wireless di tipo 4g in Nord America, dal 2014 alla fine del 2020.
Viene considerato soltanto il traffico dei dispositivi cellulari usati dai clienti e non il traffico della Internet of Things. L’argomento dei Bell Labs è che si prospetta una drastica diminuzione di costi, sia per economie di scala all’aumentare del traffico e del numero di dispositivi Lte, sia grazie all’impiego di nuove tecnologie. Si passa da circa 11,44 US$ per Gygabyte per mese nel 2014 e si arriva a circa 1,35 US$ alla fine del 2020.
La previsione dei Bell Labs si basa sull’uso delle piccole celle nei primi due anni del ciclo che, insieme all’aumentare del traffico Lte, porta ad un sostanziale dimezzamento dei costi del Gigabyte fino a meno di 6 US$ mensili. Nella seconda parte del ciclo, a partire dal 2016 si ipotizza l’uso massiccio delle tecniche di virtualizzazione delle reti, Nfv (Network Function Virtualization) e Sdn (Software Defined Networks). L’uso estensivo del cloud delle reti da parte degli operatori Telecom è cruciale per consentire forti risparmi di costo (da 6 a 1,35 US$ in quattro anni) e per fornire alla clientela servizi agili, elastici e fortemente personalizzati, con costi ottimizzati per bit ed applicazione in ogni località e in ogni orario del giorno. Ulteriori importanti riduzione di costo del Gigabyte si avranno poi a partire dal 2020 con l’uso dei sistemi 5g e del sistema Lte-U (Unlicensed).
Gli operatori hanno già cominciato ad adottare tecniche Nfv/Sdn e si stanno muovendo rapidamente verso il paradigma delle reti convergenti. Il livello di beneficio che otterranno dipende da quanto aggressivamente verranno utilizzate le nuove tecnologie. At&t, Ntt Docomo e Sk Telecom hanno lanciato piani molto aggressivi per la sostituzione dei classici modelli di esercizio delle reti in favore delle soluzioni in Cloud che prevedono la centralizzazione nei data center di tutte le funzioni di rete di back-office, relegando agli apparati di telecomunicazioni geograficamente distribuiti (router, session controller, authentication server, ecc) le funzioni di hardware generico e di interfacce di trasmissione ottiche e elettroniche.
Differenti tecnologie permetteranno di ottenere differenti guadagni di banda nell’esercizio dei sistemi wireless 4g. Sempre con riferimento al Nord America l’impatto cumulativo dei sistemi 2g/3g/4g permetterà di fornire con profitto per l’operatore circa 4,8 Gb per utente nel 2020, un traffico 4,3 volte più elevato di quello fornito nel 2014. Attraverso l’adozione composta delle tecnologie a piccole celle, di tecniche di smart loading (off-load con sistemi Wi-Fi), di tecniche di virtualizzazione Sdn/Nfv, dei primi sistemi 5g e del sistema Lte-U, gli operatori potranno fornire con profitto nel 2020 circa 12,8 Gb per utente per mese e cioè un traffico dati circa 10 volte superiore a quello del 2014.
Per soddisfare le richieste di servizio da parte dei clienti è anche possibile ricorre a nuovi modelli di business, gli “sponsored data” e lo “zero rating”, e cioè dati wireless che vengono pagati all’operatore da parte del fornitore di contenuti che ha interesse a sponsorizzare i clienti per motivi di fidelizzazione e/o di branding. I Bell Labs hanno calcolato che con l’addizione di questi modelli si può arrivare a fornire nel 2020 fino a circa 14,5 Gb per utente per mese in modo profittevole per il carrier, e cioè un traffico 12 volte più grande di quello del 2014.
I Bell Labs riportano poi i valori di traffico “profittevole” stimati nelle altre regioni del mondo tramite utilizzo delle tecnologie illustrate. Per esempio, nel 2020 i 14,5 Gb del Nord America diventano 10,2 Gb per la regione Asia Pacifico, 6,1 Gb per la Cina e 4,8 Gb per l’Europa Occidentale.