Trasformazione digitale, innovazione o testing?

Livio Mariotti, Ceo di Sqs, Software Quality Systems: “Riequilibrare il valore del patrimonio software realizzato negli anni con le idee di innovazione che ci promettono un futuro migliore. Abbiamo sviluppato negli anni numerose applicazioni e fornito servizi di manutenzione sui grandi sistemi informativi della PA”

Pubblicato il 15 Dic 2016

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L’industria del software è in continua trasformazione, le innovazioni sono il frutto delle esigenze che provengono dai mercati e dalla sempre maggiore disponibilità di nuove tecnologie. Ne parliamo con Livio Mariotti, Ceo di Sqs – Software Quality Systems (www.sqs.com/it), lo specialista mondiale nell’analisi della qualità del software.

In questo contesto qual è il contributo che la qualità del software e dei sistemi possono apportare al successo del business di un’azienda?

L’Italia è sempre stata riconosciuta in tutto il mondo per la sua indole creativa, ma nell’economia attuale vince il prodotto più duraturo nel tempo. Gli interventi richiesti quindi sulla trasformazione digitale devono essere diretti al consolidamento, standardizzazione e riuso di applicazioni funzionalmente avanzate che non necessitano di ulteriori “abbellimenti” ma di semplici interventi diretti al loro funzionamento e strutturazione documentale. Infatti le applicazioni pubbliche nel nostro Paese sono adeguate funzionalmente, mentre soffrono di una spesa sulla manutenzione non più sostenibile; continuare a perseverare dietro il sipario dell’innovazione tecnologica nella realizzazione di nuovo software o, peggio ancora, di nuove app a lungo andare crea una voragine ancor più profonda che separa le imprese pubbliche da quelle private.

Quindi, secondo lei, per operare una vera e propria trasformazione digitale nel nostro Paese non occorre innovare “a tutti i costi”?

Già da molti anni l’industria del software è influenzata da un proprio alto tasso di innovazione, ma i cambiamenti efficaci ed efficienti in un software includono anche e soprattutto la garanzia della qualità nel suo insieme. Anche se alcune best practice sono già ora adottate, c’è ancora molto spazio per migliorare. Il prodotto e servizio diventa economicamente vantaggioso inversamente alla sua difettosità.

La spesa messa a disposizione dei fornitori è stata diretta prevalentemente a sviluppo e manutenzione senza uno spazio dedicato al testing che è visto come un costo aggiuntivo e per i lavoratori, un’area “noiosa” di intervento. La formazione è importante per il proprio personale, ma è altrettanto importante dalla parte dei committenti. Nel 2014, esaminando 3 mila gare bandite dalla PA in tutta Italia, solo 2 riportavano la parola “testing” e/o “qualità del software”. Oggi, nel 2016, il 50% dei volumi delle gare emesse, contengono il requisito industriale della qualità, in un mercato come quello della PA che sente la necessità di convergere nell’economia del Paese non più come supporto al sistema, ma come protagonista per la crescita.

In un Paese che invecchia e dove il costo della salute cresce, così come le spese per la previdenza, assume fondamentale importanza aumentare l’efficienza delle catene di valore industriali di cui la Pubblica Amministrazione è parte integrante. L’apparato pubblico diventa uno degli anelli di questa catena ed è quindi mandatorio adeguare la trasformazione digitale alle necessità e alle dinamiche economiche del Paese che si misura con l’Europa, con gli Stati Uniti e con i Paesi emergenti. Quindi le politiche di testing che raggiungono punte dell’8% sulla spesa ICT in Germania dove nasce SQS e l’1% in Italia, permettono di comprendere quanto si sia spostato il profitto tra la creatività e l’esecuzione e lavoro, con le 37 ore medie tedesche contro le nostre 40.

Bit Media SpA, oggi SQS Software Quality Systems Italia SpA, lavora principalmente per il mercato pubblico ormai da 15 anni, ed in questo periodo ha sviluppato numerose applicazioni e fornito servizi di manutenzione sui grandi sistemi informativi della Pubblica Amministrazione. Con l’acquisizione di Bit Media avvenuta nel 2015, SQS ha trasferito la cultura del testing e della qualità del software a oltre 50 dipendenti che hanno ottenuto le certificazioni da industry standard sulla qualità. SQS ha quindi introdotto progressivamente presso i clienti le proprie metodologie nel rispetto di una situazione attuale diversa da quanto in uso in paesi come la Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Austria.

Quindi qual è la mission di SQS?

La Mission di SQS Software Quality Systems Italia SpA (http://www.facebook.com/sqsitaliaspa/) è quella di riequilibrare il valore del patrimonio software realizzato negli anni con le idee di innovazione che ci promettono un futuro migliore. Noi crediamo che l’innovazione sia vitale, ma solo se accompagnata da un’adeguata politica della qualità. Il Gruppo SQS AG di Colonia (Germania), di cui facciamo parte, è leader mondiale tra le società indipendenti nel settore del testing e qualità del software. E’ presente in 22 Paesi al mondo con 4.500 dipendenti, 400 milioni di ricavi, oltre 7.000 progetti di qualità realizzati. Tra le nostre soluzioni di punta, siamo in grado di verificare con i nostri strumenti di benchmarking quanto costa correggere un particolare software o se conviene riscriverlo da capo. Quindi attuare la trasformazione digitale si può non solo tramite l’innovazione ma anche e soprattutto attraverso una politica di riduzione della difettosità.

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