Telecom Italia è un titolo con una valutazione “molto attraente”, giudizio che può essere esteso a diverse società quotate a Piazza Affari, mentre il mercato obbligazionario, non solo italiano, non è appetibile perché al momento non è in grado di remunerare sufficientemente i rischi. Lo dice in un’intervista a Il Sole 24 Ore Mike Trudel, managing director di BlackRock, colosso mondiale del risparmio gestito, dopo il blitz che la scorsa settimana ha permesso al fondo statunitense di portare al 5,1% la partecipazione nel capitale del gruppo telefonico italiano.
“Noi siamo azionisti stabili, da tempo, di Telecom Italia. I titoli del gruppo hanno oggi una valutazione di borsa molto attraente – spiega Trudel -. Attualmente consideriamo l’intera Piazza Affari fra le Borse più attraenti di Europa”, aggiunge il manager.
Tra i settori più promettenti, Trudel indica quello energetico e quello industriale. “E poi, a nostro avviso, potrebbero arrivare buone soddisfazioni da alcune banche”. Diversa invece la valutazione sul mercato obbligazionario, e non solo italiano. Trudel spiega che al momento BlackRock sta riducendo il portafoglio di tutti i titoli di Stato.
“Crediamo che l’intero settore obbligazionario, a livello globale, non sia più in grado di remunerare per i rischi: i tassi d’interesse sono troppo bassi. Non più appetibili. Per questo l’intero settore del reddito fisso non è più tra le nostre priorità d’investimento”.
Trudel sostiene infine che il rischio politico non sia un disincentivo per gli investitori stranieri che vogliano investire in Italia: “Il rischio politico c’è ormai in tutto il mondo, perché penalizzare proprio l’Italia per questo?”.
Blackrock era già azionista di Telecom con una quota superiore al 2%, raccolta nel maggio del 2010, quando il fondo segnalò di essere in possesso del 2,8% del capitale. La partecipazione uscì però dai radar della Consob nel novembre del 2012, quando Blackrock decise di avvalersi della possibilità di non segnalare le quote inferiori al 5% del capitale di una società quotata a Piazza Affari, se detenute a titolo di gestione del risparmio.
La mossa della società rappresenta una dichiarazione di fiducia non irrilevante nei confronti di Telecom, considerate le difficoltà in cui versa l’azienda. Tra i numerosi dossier che l’Ad Marco Patuano dovrà affrontare prossimamente dopo aver rilevato le deleghe di Bernabè figura prima di tutto la possibile societarizzazione della rete, partita in cui governo e Telefonica hanno al momento posizioni molto distanti. Non va inoltre tralasciato l’aspetto dell’indebitamento eccessivo, 28,8 miliardi al giro di boa del 30 giugno scorso, che negli ultimi anni ha costretto i vertici a ridurre il flusso degli investimenti e che potrebbe costringere l’azienda a compiere scelte dolorose, dismettendo parte degli asset remunerativi detenuti in Sud America. Resta inoltre irrisolto il nodo della governance e non è escluso che la normativa sull’Opa venga modificata entro fine anno, rimettendo in gioco il riassetto Telco. Non ultima, sullo sfondo, la ricerca di un nuovo capo azienda destinato a rilevare il testimone di Bernabè.