STRATEGIE

Tv-Tlc, Patuanelli: “Pronti a modificare la legge Gasparri”

Il ministro dello Sviluppo economico interviene dopo la sentenza della Corte Ue sul caso Mediaset-Vivendi : “Leggeremo il dispositivo e avvieremo un tavolo di confronto”. Capitolo Rete unica: “Tim si è riservata il 50,1% ma non è detto che ciò alla fine avvenga”

Pubblicato il 04 Set 2020

stefano-patuanelli

“Leggeremo con attenzione il dispositivo della Corte che a questo punto ci porterà a modificare parti del Testo unico delle radiocomunicazioni“. Ad affermarlo sulle pagine di Repubblica, all’indomani della sentenza della Corte di Giustizia Ue che è intervenuta a favore di Vivendi nel confronto tra la società francese e Mediaset sulla costituzione di Media For Europe, è il ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli.

Dopo la bocciatura della legge Gasparri – il cosiddetto Tusmar – da parte della Corte Ue, infatti – prosegue Patuanelli – entro il 31 dicembre il Parlamento deve ratificare la nuova direttiva europea sulle telecomunicazioni, al momento in discussione al Senato”. “Vista l’intersezione dei due temi – aggiunge il ministro – ho chiesto alla sottosegretaria Mirella Liuzzi che ha la delega alle telecomunicazioni di avviare un tavolo di confronto con tutte le parti in causa, e credo che già la prossima settimana si potrà tenere la prima riunione al ministero”.

In un’intervista alla Stampa il ministro è poi tornato anche sul tema delle Rete unica delle telecomunicazioni, sottolineando che la newco in cui sono destinate a confluire le infrastrutture “è una società che non si occupi solo di fibra, ma anche di 5G, cloud, i cosiddetti server di prossimità. E sarà aperta a tutti. Telecom si è riservata di tenere il 50,1 per cento, ma non è detto che ciò alla fine avvenga”. “Una cosa è certa – aggiunge il ministro – la gestione della società sarà a trazione pubblica e la missione di essere neutrale. Avverrà grazie al combinato disposto tra le modalità di diritto di voto e il limite di sette consiglieri a Tim”. Alla domanda che Cassa Depositi e Prestiti possa assumere il ruolo di una “nuova Iri” Patuanelli risponde che non è il caso di guardare al futuro “con gli strumenti del passato. L’Iri era una cosa, Cassa un’altra. Lo Stato non deve fare l’imprenditore, ma in alcuni casi – penso alle reti – non possiamo limitarci ad essere arbitro ma guida degli investimenti privati”.

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