“Ho utilizzato Uber a New York con un amico. L’ho trovato un servizio straordinario. Dalla settimana prossima affronteremo anche questo». Lo ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi ospite questa mattina di “Radio Anch’io”.
La presa diposizione del premier è l’ultimo contributo a un dibattito serrato che si è scatenato negli ultimi giorni sulla scia dello sciopero a oltranza dei tassisti milanesi contro il servizio di noleggio con conducente che permette di chiamare una macchina con un’applicazione per smartphone.
Alla dichiarazione del Premier hanno subito replicato dalla Satam-Cna, il sindacato degli artigiani tassisti di Milano: “Dire che una cosa che va bene a New York possa andare bene anche a Milano è un principio che non condividiamo – afferma il presidente dell’associazione di categoria, Raffaele Grassi – La dichiarazione del presidente, nella parte in cui parla della sua esperienza positiva con Uber negli Stati Uniti, non aiuta i tassisti milanesi. Ma siamo soddisfatti della seconda parte della dichiarazione di Matteo Renzi, e cioè che il governo si occuperà della questione: se quella è la direzione, va bene”. “Il Premier Matteo Renzi non sa che un cittadino che richiede un servizio attraverso la app che dichiara di apprezzare, spende molto di più rispetto al taxi – aggiunge Loreno Bittarelli, presidente nazionale di Uritaxi – Per verificarlo basta andare nel loro sito. Anche noi tassisti abbiamo una nostra app che si chiama IT Taxi che consente di richiedere direttamente un taxi in tutta Italia e non abbiamo nessuna paura di competere con chiunque, purché ciò avvenga nel rispetto delle regole”.
A sostegno del presidente Renzi anche la senatrice di Scelta Civica Linda Lanzillotta con un tweet: “Bravo Matteo! – scrive la vicepresidente del Senato – Mettersi contro i tassisti a 4 giorni dalle elezioni è avere palle e chiedere voti per cambiare”.
Di parere contrario Carlo Fidanza, europarlamentare del gruppo Fratelli D’Italia-Alleanza nazionale: “Le dichiarazioni di Renzi e quelle del Commissario Ue Kroes sono fuori dal mondo – afferma – Renzi e Kroes ricoprono due ruoli istituzionali di assoluta rilevanza, eppure inneggiano all’illegalità, perché le leggi italiane vietano Uber. Le dichiarazioni di Renzi contraddicono inoltre gli impegni, peraltro piuttosto vaghi, assunti dal ministro Lupi. Quanto alla Kroes si deve dimettere, è gravissimo che ancora una volta ingerisca negli affari interni italiani schierandosi al fianco di chi viola le leggi”.
Per Uber intanto parla la general manager per l’Italia, Benedetta Arese Lucini: “C’era bisogno di creare una soluzione per cui si calmava la tensione che era nata a Milano in questo momento – afferma – siamo entusiasti del fatto che ci sarà un’apertura e un tavolo tecnico per discutere le leggi e renderle più moderne, considerando che la tecnologia è qualcosa che deve facilitare il trasporto e non ostacolarlo. Noi vogliamo aprire un dialogo che permetta a tutti i promotori di mobilità all’interno della città di Milano, ma non solo, di dire la loro, di sedersi attorno a un tavolo e trovare una soluzione che alla fine sia a beneficio dei cittadini”.
Da palazzo Marino intanto il sindaco Giuliano Pisapia annuncia: “Saranno rafforzati i controlli, l’ho chiesto espressamente e tutti gli altri rappresentanti delle istituzioni, compreso il prefetto, hanno acconsentito”.
E intanto l’eco della protesta è arrivata anche a Roma, dove l’assessore ai Trasporti Guido Improta ha precisato in una nota che “il fenomeno nella Capitale è meno diffuso e Uber ha più difficoltà di penetrazione nel mercato rispetto a Milano, città interessata da flussi transfrontalieri. Certo, occorrerà ammodernare la normativa nazionale dopo una attenta indagine di mercato”.
La protesta dura da 5 giorni, con presidi alla stazione centrale, per denunciare la “concorrenza sleale” del nuovo servizio.
Ieri era intervenuta sull’argomento il commissario Ue all’agenda digitale, Neelie Kroes: “Mi auguro che il Governo italiano non assecondi il ricatto dei tassisti milanesi – scriveva in un trweet – Uno sciopero di 5 giorni non è dialogo. Non lasciamo che la tecnologia scompaia”.
A Milano ieri si era svolto in Prefettura un vertice tra i rappresentanti della categoria e quelli delle istituzioni. “Qualsiasi app o innovazione che eroghi un servizio pubblico non autorizzato compie un esercizio abusivo della professione – aveva detto il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi al termine della riunione – non è permesso e non si può fare, che si chiami Uber o in qualsiasi altro modo. Non accetteremo nessun caso che violi una norma che è chiarissima e non si presta a nessuna interpretazione”.
Al summit erano presenti anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, e il presidente della Lombadia, Roberto Maroni: “La normativa vigente non consente l’uso dell’app Uberpop – aveva commentato il governatore – Così come è formulata Uberpop è un esercizio abusivo della professione, e se viene riconosciuta questa violazione è chiaro che si tratta di un servizio illegale”.