Non è una novità: in Italia, e in buona parte dell’Europa, Internet viaggia a ritmi segnatamente più ridotti rispetto a quelli promessi dagli operatori. Secondo un’indagine resa nota in mattinata dalla Commissione europea, e realizzata dalla società SamKnows, i servizi DSL operati nel Belpaese (quindi soprattutto Adsl e Vdsl) hanno ad esempio una effettiva velocità di connessione pari solo al 60,2% rispetto a quella reclamizzata dai provider. Un valore che, per quanto basso, è però in linea con la media europea per questa specifica piattaforma tecnologica. E anzi appare tutto sommato virtuoso se raffrontato a quello relativo a Francia (40%) e Regno Unito (44%).
In altre parole, il problema è molto diffuso e radicato. Lo studio passa allo scandaglio in maniera più estesa le prestazioni di tutte le tre principali piattaforme tecnologiche per l’Internet fisso diffuse in Europa (oltre al Dsl, anche cavo e fibra) rilevando che un po’ ovunque nel continente “i consumatori non dispongono della velocità di connessione a banda larga per cui pagano”. Si tratta per altro di uno sforzo d’analisi inedito per ampiezza geografica ed esaustività. Come ha dichiarato il commissario per l’agenda digitale Neelie Kroes presentando i dati salienti della ricerca, “è la prima volta che la differenza fra la velocità pubblicizzata e quella reale della banda larga viene confermata attraverso dati affidabili e comparabili derivanti da tutti gli Stati membri dell’Ue”.
L’obiettivo della Commissione è noto: “Questa tipologia di dati serve ai consumatori perché possano fare delle scelte consapevoli”, e costituisce “un’ulteriore prova della necessità di creare un mercato unico realmente connesso”, ha spiegato la Kroes. Aggiungendo in proposito che la Commissione replicherà in futuro test analoghi, proprio allo scopo di migliorare il livello di consapevolezza degli utenti. Già per l’anno prossimo, Bruxelles prevede infatti di pubblicare un rapporto più approfondito che analizzerà in dettaglio le performance di ciascun operatore attivo nei 27 stati membri. Ma anche oltre l’orizzonte del 2014, l’esercizio continuerà per almeno altri due anni di raccolta dati con il coinvolgimento degli stessi consumatori europei. La Commissione è non a caso a caccia di volontari che riceveranno un piccolo dispositivo da collegare alla connessione Internet di casa per poter misurare la velocità della propria linea.
Per quel che concerne i principali valori riscontrati dallo studio, l’effettiva velocità di connessione dei servizi a banda larga fissa è in media pari al 74% rispetto a quanto dichiarato dagli operatori. Ma, se disaggregato, il dato mostra forti discrepanze in base alla piattaforme tecnologiche prese a riferimento. Il cavo è quella “più affidabile” con un livello di performance pari al 91,4%, che scende all’84,4% per quel che concerne la fibra (FTTx). Molto più dietro, invece, i servizi xDSL (63,3%). In termini assoluti, la velocità media di trasmissione dati attraverso tutte le tecnologie in tutti i paesi è di 19,47 Mbps durante le ore di punta: 41,02 Mbps per la fibra, 33,10 Mbps per il cavo e appena 7,2 Mbps per la famiglia di tecnologie Dsl (in Italia siamo fermi al 5,91).
Più volte annunciata in passato da Neelie Kroes, l’iniziativa della Commissione europea si prefigge di dare ai consumatori strumenti informativi più chiari per orientare le proprie scelte. Secondo svariate indagini demoscopiche tra il 27% e il 41% degli abbonati ad Internet sostiene di non usufruire della velocità di download dichiarata nei termini di contratto. E quasi la metà degli abbonati europei lamenta difficoltà di accesso ai contenuti o alle applicazioni online a causa di una velocità o capacità di connessione insufficiente.
LO STUDIO DELLA COMMISSIONE EUROPEA