OBIETTIVO EUROPEI

Ue, Barroso: “Strategico investire su infrastrutture Ict”

Il presidente della Commissione europea: “E’ l’ora di concentrarci sulle misure per lo sviluppo: cruciale finanziare reti Tlc e e ridurre i costi di roll out per la banda larga”

Pubblicato il 02 Mar 2012

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"Sono molto soddisfatto per la rielezione del presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy: è stata spontanea, ci è voluto meno di un minuto. E ora entriamo nella fase dell’impegno per la crescita". Lo ha dichiarato oggi Josè Manuel Durao Barroso al termne del vertice dei capi di Stato e di governo dell’Ue: “E’ stato un Consiglio senza drammi”, ha affermato il presidente della Commissione europea, “e proprio perché la tensione è scesa rispetto alla crisi dell’euro abbiamo potuto concentrarci sulle misure per lo sviluppo nel medio e nel breve termine ".
Uno sviluppo economico che si baserà per una parte importante sugli investimenti in infrastrutture Ict e sul completamento del singolo mercato europeo.


Barroso pensa che il Consiglio europeo si debba concentrare in particolare su due aree strategiche per la crescita: i finanziamenti ai progetti per le infrastrutture Ict, del trasporto e dell’energia, e la riduzione dei costi di roll-out per la banda larga.


Il capo dell’esecutivo Ue ritiene “urgente” far fluire gli investimenti verso queste infrastrutture “vitali” al fine di completare la realizzazione del mercato unico europeo. “Per questo è molto importante che la nostra iniziativa pilota sui project bond possa essere lanciata il prima possibile”, ha detto Barroso. “Con uno stanziamento di 230 milioni dal budget dell’Ue ci aspettiamo di riuscire a mettere in moto investimenti fino a 4,6 miliardi di euro”. “Sui fondi strutturali”, ha proseguito il capo dell’esecutivo Ue, "abbiamo chiesto scadenze chiare ai capi di stato e di governo perché una realizzazione rapida è uno degli obiettivi fondamentali".

Quanto all’abbassamento del costo delle implementazioni broadband, Barroso ha sottolineato: “Un nostro studio appena rilasciato dimostra che si potrebbero generare 110 miliardi di euro – più dello 0,8% del pil – se venisse completato il mercato interno delle comunicazioni elettroniche”.

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