Ue, prefisso unico per le aziende: via alla consultazione

La Commissione europea apre un sondaggio per verificare il gradimento sull’utilizzo di un numero ad hoc per il “buiness” valido in tutti gli Stati membri

Pubblicato il 06 Dic 2010

In una consultazione pubblica avviata oggi, la Commissione europea
chiede a imprese, consumatori, operatori delle telecomunicazioni e
autorità pubbliche se ritengono utile disporre di un sistema che
consentirebbe alle imprese europee di avere lo stesso numero di
telefono in tutti gli Stati membri dell'Ue. Secondo le norme
europee in materia di telecomunicazioni, l'introduzione di un
sistema armonizzato di numerazione per le imprese potrebbe seguire
due vie: da un lato, si potrebbe introdurre un numero europeo breve
(ad esempio che inizi con 115) riservato alle imprese.

Come descritto nell'Agenda digitale europea, l'uso di
numeri di telefono uguali in tutta l'Ue potrebbe rafforzare il
mercato unico (IP/10/581, MEMO/10/199 e MEMO/10/200). Un numero di
telefono valido in tutta l'Ue potrebbe aiutare le imprese
europee a effettuare vendite transfrontaliere con più facilità e
agevolerebbe l'accesso ai servizi post-vendita; i clienti poi
potrebbero contattare le imprese con la stessa facilità
indipendentemente dal luogo in cui si trovano.

La consultazione aiuterà la Commissione a valutare la domanda di
numeri di telefono aziendali europei e, se necessario, a formulare
proposte di iniziative per l'introduzione di tali numeri. La
consultazione si chiuderà il 28 febbraio 2011.

Neelie Kroes, vicepresidente della Commissione europea e
commissaria responsabile per l'Agenda digitale, ha dichiarato a
questo proposito: "Oggi le imprese sono costrette ad avere un
numero di telefono diverso in ogni Stato membro in cui hanno
clienti che potrebbero contattarle. Questo ostacola la
predisposizione di servizi paneuropei per la loro clientela. Invito
tutte le parti interessate ad aiutarci a definire una strategia che
tenga conto delle esigenze delle imprese e faciliti l'accesso
da parte dei clienti.".

Attualmente le imprese che desiderano poter essere raggiunte da
diversi Stati membri non possono disporre di un numero uguale in
tutta l'Ue, devono invece utilizzare numeri nazionali o numeri
"professionali" diversi non legati all'ubicazione
geografica (come ad esempio i numeri con prefisso 0800) in ciascuno
Stato membro in cui sono attive. Questo comporta costi aggiuntivi
sia per le imprese che per i consumatori e ostacola lo sviluppo del
mercato unico europeo. Spesso i numeri non geografici attivi in uno
Stato membro non sono raggiungibili da un altro Stato membro.

La consultazione promossa dalla Commissione comprende domande sulla
frammentazione del mercato, le possibili modalità per armonizzare
i numeri di telefono, le esigenze del mercato per il futuro e la
gestione dei numeri. I partecipanti hanno tempo fino al 28 febbraio
2011 per esprimere il proprio parere sulla strategia in materia di
numeri di telefono che contribuirebbe maggiormente allo sviluppo
del mercato unico.

La Commissione analizzerà le risposte pervenute e prenderà
successivamente una decisione nella quale saranno delineati gli
approcci più adeguati in materia di politica di numerazione al
fine di potenziare il mercato unico.

Contesto: I numeri di telefono nell'Ue sono gestiti a livello
nazionale dalle autorità di regolamentazione degli Stati membri,
che assegnano i numeri secondo i loro piani di numerazione
nazionali. Nell'Ue prevalgono pertanto i sistemi nazionali di
assegnazione dei numeri.

Secondo le norme europee in materia di telecomunicazioni,
l'introduzione di un sistema armonizzato di numerazione per le
imprese potrebbe seguire due vie: da un lato, si potrebbe
introdurre un numero europeo breve (ad esempio che inizi con 115)
riservato alle imprese. Si tratta di numeri brevi e facili da
ricordare che consentirebbero di identificare un'impresa in
modo univoco in tutta Europa. Oppure, si potrebbero adottare misure
volte a promuovere l'adozione di un prefisso telefonico europeo
(+3883) nell'ambito dello spazio di numerazione telefonica
europeo (Etns). I numeri telefonici aziendali potrebbero essere
formati dal prefisso +3883 seguito da un numero telefonico identico
in tutti gli Stati membri.

Nel 2000 la International Telecommunication Unione (Itu) ha tentato
di introdurre uno spazio di numerazione telefonica europeo. Il
sistema prevedeva l'assegnazione del prefisso +3883 a 24 paesi
europei nell'ottica di creare uno spazio di numerazione
telefonica europeo (Etns), il cui obiettivo era promuovere servizi
paneuropei mettendo a disposizione numeri telefonici laddove i
numeri nazionali o mondiali non fossero disponibili o adeguati.
L'intento era permettere alle società, alle organizzazioni e
ai singoli cittadini europei di facilitare l'accesso ai loro
servizi nell'insieme dell'Europa, ma la scadenza del
sistema è prevista per il 31 dicembre prossimo.

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati