NETWORK SHARING

Uk, liaison sulle reti fra Vodafone e O2: nasce la jv per il co-siting

Nella newco “convergono” siti, ripetitori, torri e piloni dei network 2G e 3G. Un’operazione che permetterà di ridurre del 10% le risorse in campo in nome del risparmio sui costi operativi e di incrementare del 40% la singola capacità trasmissiva

Pubblicato il 07 Giu 2012

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Condivisione delle reti e dei siti di telefonia mobile in vista nel Regno Unito, dove due big come Telefonica e Vodafone uniscono le forze e annunciano la nascita di una joint venture al 50%-50% per condividere e ottimizzare i rispettivi network mobili 2G e 3G. Una soluzione che ottimizza la performance degli operatori e consente di ridurre del 10% il numero di ripetitori e antenne nel paese. Una soluzione economica che in Italia sarebbe impossibile a priori per questioni normative, a causa del limite di 6 v/m delle emissioni elettromagnetiche (i più restrittivi dell’Ue, dove la media è di 40 v/m).

Telefonica e Vodafone hanno annunciato l’intenzione di integrare i loro network in Uk e di creare una joint venture paritetica per gestire l’infrastruttura I due operatori manterranno la gestione separata dello spettro radio, della parte “intelligente” dei componenti core delle reti e dei dati dei clienti, continuando così a farsi concorrenza nella fornitura di tutti gli altri servizi e prodotti. La nuova joint venture comprenderà l’infrastruttura di rete, compresi ripetitori, torri e piloni. Il network congiunto fornirà copertura 2G e 3G al 98% della popolazione in Uk entro il 2015.

Secondo la società di analisi Ovum la condivisone dei network consentirà di ottenere risparmi del 25% sui costi di gestione delle reti, per un totale di un milardo di sterline in meno quando nel novero delle tecnologie condivise ci sarà anche l’Lte.

Nel quadro dell’accordo le due aziende avranno accesso ad un “single grid” di 18.500 ripetitori, pari ad un incremento del 40% della capacità per entrambi. La joint venture sarà inoltre responsabile della realizzazione congiunta di nuovi siti, allo scopo di aumentare la copertura senza per questo duplicare gli impianti. E’ prevista una riduzione del 10% del numero complessivo di siti utilizzati da entrambi gli operatori, che si spartiranno in due su base geografica la gestione e manutenzione della rete e delle apparecchiature radio: O2 Uk gestirà la parte orientale della rete, inculsa l’Irlanda del Nord e gran parte della Scozia; Vodafone Uk dal canto suo si occuperà della parte occidentale del paese, compreso il Galles.
Come già succede in Cornerstone, la partnership sui network creata nel 2009 da Vodafone e Telefonica, tutti i siti condivisi continueranno a trasportare il traffico di O2 Uk sullo spettro di O2 Uk e il traffico di Vodafone Uk sullo spettro di Vodafone Uk.

Gli operatori saranno responsabili per la gestione del loro spettro esistente e si muoveranno in maniera del tutto indipendente nell’asta per l’assegnazione delle frequenze 4G che non ha ancora avuto luogo nel Regno Unito, a causa dei problemi di interferenza fra onde Lte e segnale del digitale terrestre televisivo. In attesa del via libera dell’Ofcom, l’Agcom britannica, la joint venture sarà operativa entro l’anno.

“Questa è una mossa molto delicata per Vodafone e Telefonica in Uk. Una mossa che avevamo previsto già nel 2008, dicendo che nella maggior parte dei paesi alla fine ci sarebbero state al massimo due reti Lte per singolo paese – dice Jeremy Green, principal Analyst di Ovum – E’ una mossa che arriva dopo il merger in Everythig Everywhere di T-Mobile e Orange in Uk. Se Vodafone e Telefonica non avessero fatto altrettanto puntando sullo sharing delle reti, si sarebbero trovate in posizione di netto svantaggio competitivo. Per questo hanno fondato Cornerstone, la loro joint venture delle reti, che consente loro di essere ben posizionati per il rollout del 4G e di aiutarli a guadagnare terreno anche nel rollout delle reti 2G/3G”.
“Entrambi gli operatori – aggiunge l’analista di Ovum – sottolineano che la joint venture non impatta altri ambiti al di là delle reti, e che continueranno a farsi concorrenza sul fronte dei servizi. Questa mossa è la logica conseguenza del quadro economico dei network e delle attuali opportunità tecnologiche: è così che andranno le cose nel prossimo futuro”.

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