TARIFFE

Ull, ecco il parere Berec. Agcom: “Valide le soluzioni proposte”

Come anticipato dal Corriere delle comunicazioni l’organismo europeo prende ufficialmente posizione contro la bocciatura notificata dalla Commissione Ue all’authority italiana. Che commenta: “Confermata la correttezza dei passaggi procedurali”

Pubblicato il 23 Set 2013

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Adesso è ufficiale. Sulla modifica delle tariffe di unbundling il Berec sta dalla parte di Agcom. In un attesissimo parere diffuso in mattinata, e anticipato la scorsa settimana dalla nostra testata, l’organismo europeo delle Authority per le tlc “sgambetta” la bocciatura alla riduzione dei canoni ULL che la Commissione europea aveva notificato al Garante italiano lo scorso 12 luglio. I dubbi espressi da Bruxelles sono considerati dal Berec né più né meno “ingiustificati”. A ruota arriva la nota di Agcom in cui si prende atto “con soddisfazione del parere dal quale escono confermate sia la validità delle soluzioni regolamentari proposte dall’Autorità e la solidità delle sottostanti argomentazioni, sia la correttezza dei passaggi procedurali seguiti”.

Il Berec, si legge nella nota, ritiene che Agcom “abbia sufficientemente giustificato le ragioni del proprio approccio regolamentare”. L’Authority italiana ha infatti “agito in linea con quanto atteso da un regolatore nazionale tenuto conto delle circostanze in gioco”. Per questa ragione, proseguono i regolatori europei, “i dubbi espressi dalla Commissione circa l’eventualità che la deliberazione di Agcom non abbia assicurato sufficiente certezza regolamentare e condizioni di pianificazione stabili per gli attori di mercato, non sono giustificati”.

Nelle motivazioni introduttive della sua opinione, l’organismo europeo fa inoltre presente che la direttiva europea accesso offre alle authority nazionali un ampio margine di discrezione nel perseguimento degli obiettivi delineati dal quadro regolamentare. La stessa Commissione europea, recita il documento, lo ha riconosciuto nella lettera inviata ad Agcom il 12 luglio scorso. “L’individuazione caso per caso di quale rimedio regolamentare debba essere imposto e implementato”, sostiene il Berec, deve per forza di cose “tenere in conto le specifiche circostanze nazionali”. Per questa ragione, “la decisione su come e quando aggiornare i prezzi [del rame] ricade pienamente nella sfera di competenze del regolatore nazionale, purché tale decisione sia coerente con lo stesso quadro regolamentare”.

In parole povere, secondo il Berec, la Commissione non dispone di alcuna base legislativa per contestare e intervenire contro la delibera Agcom. Una conclusione non sorprendente. E che anzi si limita a reiterare l’opinione resa pubblica il 6 settembre scorso sempre dall’organismo dei regolatori riguardo un’analoga procedura aperta da Bruxelles ai danni del Garante austriaco. A quest’ultimo era stato contestato di aver addirittura portato i canoni di unbundling sotto i 6 euro.

L’11 luglio scorso il Consiglio dell’Agcom aveva votato a favore di una sensibile diminuzione dei prezzi di accesso alla rete in rame Telecom, in particolare portando il canone Ull a 8,68 euro al mese dagli attuali 9,28. Una volta notificata a Bruxelles per quello che molti analisti ritenevano si sarebbe trattato di un mero proforma la decisione del Garante italiano ha però dovuto saggiare un responso tutt’altro che benevolo. A ridosso del Ferragosto, la Commissione ha infatti formalizzato il proprio avviso negativo sulla proposta di riduzione del listino, aprendo un’indagine ufficiale e invocando il meccanismo del riesame: in sostanza ordinando ad Agcom di collaborare proprio con il Berec per apportare le dovute modifiche alla proposta in questione.

Nello specifico, Bruxelles contesta ad Agcom di aver fissato i prezzi per il 2013 sulla base della precedente analisi di mercato, ergo “in contraddizione con la dichiarazione, rilasciata nell’ottobre 2012, in cui l’Autorità affermava che i nuovi prezzi sarebbero stati basati sulla nuova indagine di mercato”. Questa scelta – è l’opinione della Commissione – potrebbe “incidere negativamente sulla capacità degli operatori di pianificare e decidere in merito ai prezzi da applicare in Italia”.

Il parere del Berec, quantunque non vincolante, dovrebbe avere un certo peso specifico sulle mosse prossime future di Bruxelles. Entro il 12 novembre, ed in base al riscontro ricevuto dal nostro Garante, la Commissione Ue dovrà decidere se chiudere l’indagine o al contrario affidare i propri rilievi contro Agcom ad una Raccomandazione: una sorta d’ingiunzione che, tuttavia, non avrebbe natura costrittiva. Si tratta di uno strumento già brandito in passato contro le Autorità tedesca e olandese, in entrambi i casi senza successo. Da ultimo, c’è da notare che sul caso Agcom i regolatori europei si accingono a rafforzare una posizione già manifestata a più riprese nei mesi più recenti e che li vede impegnati a preservare la propria autonomia sulla definizione dei prezzi del rame. Come è noto, la Commissione europea propende per un allineamento dei canoni dell’ultimo miglio in tutta Europa, obiettivo affidato ad una recente raccomandazione.

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