“Il continuo e incessante progresso tecnologico dovrebbe indurre il Governo a un ripensamento sulle strategie per lo sviluppo dei collegamenti ultrabroadband: la rete in rame si dimostra ancora una volta competitiva, certamente meno costosa rispetto alle architetture Ftth ed in grado di assicurare, nei tempi previsti, il raggiungimento degli obiettivi infrastrutturali dell’agenda digitale”.
Lo afferma in una nota Franco Lombardi, presidente di Asati, l’associazione dei piccoli azionisti di Telecom Italia, commentando il fatto che l’Itu (International Telecommunications Union) ha approvato definitivamente lo standard G.fast (Fast Access to Subscriber Terminals), “capace di garantire velocità di accesso sulle linee telefoniche esistenti su rete in rame fino a 1 Gbit/s. Entro un raggio d’azione di 100 metri dal punto di distribuzione – spiegano da Asati – lo standard G.fast assicura velocità simili a quelle della fibra ottica e con investimenti decisamente inferiori rispetto alle architetture Ftth (Fiber to the home)”.
Il G.fast, continuano dall’associazione, è stato introdotto con l’obiettivo di avere le prestazioni massime per distanze fino a circa 100m, con velocità aggregate (download e upload insieme) comprese tra 500Mbit/s e 1Gbit/s. I primi prototipi Fast sono già disponibili ed entro la fine del 2015 è prevista la disponibilità commerciale della nuova generazione di apparati, basati su chipset ottimizzati.
“Sul campo gli operatori hanno in corso test su prototipi Fast che confermano quanto previsto dalle specifiche definite nello standard – prosegue il comunicato – e cioè velocità aggregate superiori a 800 Mbit/s su collegamenti in rame di lunghezza inferiore a 100m (tipici di un dispiegamento con architettura FTTdP). Inoltre, anche per i consumatori sono previsti vantaggi con soluzioni ‘chiavi in mano’ – concludono da Asati – che non richiedono un intervento del tecnico per l’installazione degli apparati necessari per supportare servizi che necessitano di ampia larghezza di banda”.