“Occorre che pubblico e privato lavorino assieme, perché quando la Pubblica Amministrazione diventerà digitale, pensiamo per esempio ad applicazioni in campo scolastico o nei servizi, allora sì che gli investimenti che avremo messo in campo troveranno il modo di essere ripagate”. Lo ha detto Giuseppe Recchi, presidente di Telecom Italia, a proposito dello sviluppo della nuova infrastruttura in banda ultralarga in Italia, ai microfoni di Class Cnbc.
“Oggi l’Europa sta vivendo un momento cruciale nel campo delle tlc – ha concluso Recchi – tv ultra hd e telefonia stanno generando una forte domanda di contenuti che in precedenza non c’era. L’offerta e la tecnologia per distribuirla vanno quindi accresciute e perché questo avvenga occorre sostenere forti investimenti”.
Rispetto alle torri Inwit, rispetto alle quali l’ultimo cda ha dato all’Ad Marco Patuano il mandato esplorativo per la valorizzazione, “Oggi non sono più un asset strategico – ha commnentato Recchi – Le torri oggi sono come degli immobili, sono una infrastruttura a rendita stabile, non sono più asset strategici, molte torri sono in comune con vari operatori”.
Quanto al nuovo socio, “L’accordo con Vivendi – ha aggiunto Recchi – ci dà moltissime potenzialità di creare valore, essendo il gruppo francese una società di contenuti media che stra costruendo un grande gruppo europeo. Ci sentiamo molto energicizzati per guardare al futuro”.
Sulle attività in Sudamerica, infine, “Il Brasile è sempre il Brasile – ha detto Recchi – un paese con 240 milioni di persone che oggi vive una crisi perché i compratori hanno rallentato la domanda, ma questo fa parte di un cliclo. Per noi è un Paese strategico, noi siamo il secondo operatore mobile abbiamo una relazione con le istituzioni intensa e collaborativa”. Alla domanda sulla eventualità di una offerta per la cessione di Tim Brasil, Recchi ha risposto: “Di fronte a qualunque offerta la risposta è mai dire mai”.