Un futuro incerto per il Wimax. I mercati maturi lo ‘snobbano’

La tecnologia è scalzata dall’Lte ma continua ad attrarre investimenti nei Paesi emergenti dove c’è carenza di infrastrutture di rete fissa

Pubblicato il 04 Set 2009

Tempi duri per il Wimax, almeno nei mercati maturi. È quanto
emerge dallo studio di Anlaysys Mason secondo cui “nemmeno il
futuro sarà facile”.
“Negli ultimi anni “il WiMax ha guadagnato una posizione di
rilievo nei Paesi in via di sviluppo, dove c’è una forte bisogno
di banda larga ma dove, allo stesso tempo, c’è carenza di
infrastrutture di rete fissa – afferma l’analisi -. Ma nutriamo
forti dubbi sul fatto che questi mercati riescano ad offrire un
potenziale di crescita tale da sostenere gli investimenti che
aziende del calibro di Cisco Systems, Intel e Motorola hanno messo
in campo, senza la garanzia di poter sondare anche nei mercati
maturi”.

Mercati dove il WiMax non decolla. Ne sono un esempio gli Stati
Uniti dove “Sprint sta implementando una rete nazionale WiMax
tramite la sua partecipazione di maggioranza in Clearwire – spiega
Terry Norman, senior analyst di Anlaysys Mason -. La crescita nel
numero di abbonati però è stata deludente: Google e Intel hanno
ridotto notevolmente il volume di investimenti che avevano
investito in Clearwire. Inoltre sembra che qui gli operatori Cdma
stiano migrando verso l’Lte piuttosto che  verso WiMax”. Lo ha
dimostrato l’acquisto degli asset Lte di Nortel da parte di 
Ericsson nonché le strategie americane di Huawei che ha
recentemente inaugurato un nuovo laboratorio Lte a Richardson in
Texas.

“Anche nei mercati europei gli operatori stanno implementando le
loro tecnologie 3G a 4G Lte per rispondere alla crescente domanda
dati – sottolinea Mason -. In questo senso sono interessanti le
risposte a una serie di interviste effettuate da  Analysys Mason
agli operatori leader in Europa: nessuno ha lasciato intendere che
si potrebbe adottare WiMax bensì l’Lte. Il WiMax è perlopiù
visto come tecnologia per utile nei paesi in via di
sviluppo”.

Quali sono le cause di una tale perdita di interesse nei confronti
della tecnologia che fino a pochi anni fa aveva scalzato l’Umts?
Secondo Mason il limite sta nella mancanza di  uno spettro a banda
larga wireless (ad esempio a 2,6 GHz) che ha impedito la conquista
dei mercati maturi. “Caratteristica che, invece, ha l’Lte”,
rimarca Mason.
Per il futuro l’analista prevede una sempre maggiore rivalità
tra WiMax e Lte. “Soprattutto dopo che sarà sviluppato il nuovo
standard IEEE 802.16m il WiMax tornerà ad essere competitivo con
la Long Term Evolution in termini di capacità di larghezza di
banda e di copertura e di sviluppo di sistemi di antenna
avanzate”, conclude. 

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