I diritti delle frequenze per finanziare flat e tax e reddito di cittadinanza. Il governo Conte avrebbe intenzione di chiedere alle compagnie che hanno acquistato i diritti per le frequenze Umts, che scadrebbero nel 2021 ma in predicato di durare fino al 2022, di pagare in anticipo già a partire dal prossimo anno. Lo scrive Repubblica secondo cui in cambio le società potrebbero ricevere, oltre all’utilizzo per il periodo 2022-2029, il via libera all’impiego già dal prossimo anno e fino al termine del nuovo rinnovo, di tecnologie più avanzate sulle stesse frequenze secondo il principio della neutralità tecnologica, oggi limitate all’Umts, tecnologia invece superata da molti anni.
Il prelievo sarà previsto nella legge di Bilancio o da un emendamento della maggioranza. Secondo i conti di Palazzo Chigi e del Mef da questa operazione si dovrebbe incassare circa 1 miliardo di euro.
Due i criteri di calcolo: il primo prende in considerazione quanto vale oggi un blocco di frequenze in genere grande 5 megahertz (il valore può essere ricavato dall’asta delle frequenze 5G) mentre il secondo guarderà al valore di frequenze più simili all’Umts ovvero quelle in banda 1800.