IL CONSIGLIO

Unbundling, Agcom avvia la discussione

Durante il Consiglio odierno è iniziato l’esame preliminare della norma. L’eventuale avvio dell’indagine di mercato legata alla risposta che il governo darà alla Commissione Ue in merito ai chiarimenti richiesti sulla norma. Il portavoce Ue Heath: “Se non si fugheranno tutti i dubbi partirà formale procedura di infrazione”

Pubblicato il 27 Apr 2012

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Il Consiglio odierno dell’Agcom ha avviato la discussione sulla questione dell’accesso disaggregato all’ultimo miglio della rete di Telecom Italia. La questione sarà esamninata più nel dettaglio in una delle prossime riunioni in programma a maggio durante la quale verranno approfonditi gli aspetti tecnici e deciso l’avvio del procedimento. Non è stato ancora deciso se aprire o no un’analisi di mercato: la decisione dipenderà dagli approfondimenti di carattere giuridico in corso e anche dalla risposta che il governo darà alla Commissione Ue sulla questione.

Ieri il portavoce della Commissione Ryan Heath ha detto al Corriere delle Comunicazioni che “se i chiarimenti richiesti dalla Commissione europea alle autorità italiane non saranno sufficienti a sgombrare il campo da dubbi, la Commissione potrebbe considerare l’apertura della procedura di infrazione nei confronti dell’Italia attraverso un iter formale”.

Il nodo da sciogliere resta quello del rispetto dell’autonomia e del potere discrezionale di Agcom in una materia, quelle delle Tlc, regolamentata a livello europeo e per questa ragione non passibile di interventi legislativi da parte del Parlamento su questioni già normate a livello Ue.

“La Commissione sta esaminando la legge italiana sull’ultimo miglio e ha chiesto chiarimenti all’Italia per verificare se sia stata pienamente rispettata la normativa Ue”, puntualizza il portavoce. “La Commissione sta anche monitorando l’implementazione della norma da parte di Agcom. L’Authority italiana dovrà notificare le misure alla Commissione come prevede la Direttiva quadro. In caso di dubbia compatibilità con la norma Ue la Commissione aprirà una cosiddetta seconda fase di investigazione, secondo quanto previsto dall’articolo 7 della Direttiva quadro. La Commissione potrebbe decidere di sospendere per tre mesi l’implementazione delle delibere Agcom fino a quando non saranno messe a punto – insieme con il Berec e la stessa Agcom – a le misure più appropriate”.

Il portavoce della Commissione puntualizza inoltre che Agcom “è vincolata dal quadro normativo comunitario sulle comunicazioni elettroniche, come ogni autorità nazionale di regolamentazione o altre autorità degli Stati membri. L’Agcom deve notificare le misure attuate alla Commissione, ai sensi della Direttiva quadro. Inoltre, Agcom deve imporre misure correttive sulla base delle questioni evidenziate, in attuazione dell’articolo 8 della Direttiva quadro, e solo dopo aver effettuato un’analisi approfondita di mercato”.

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