L’Agcom è pronta a collaborare con la Commissione europea e con il Berec, nell’ambito della Fase II fornendo tutti i necessari chiarimenti ed auspicando una rapida ed efficace soluzione del caso. Con queste parole l’Authority presieduta da Marcello Cardani ha commentato la decisione della Commissione Ue di “congelare” la proposta italiana sulla revisione delle tariffe di unbundling e di “rivederla” al fianco della stessa Autorità e del Berec di qui ai prossimi tre mesi, come prevede la cosiddetta Fase II, un dispositivo previsto dal quadro normativo europeo di settore ed ordinariamente applicato al fine di sviluppare un confronto tra Autorità nazionali, Commissione europea e Berec nell’ottica dell’armonizzazione regolamentare. Uno strumento – puntualizza l’Agcom – frequentemente utilizzato dalla Commissione: a meno di due anni dalla piena operatività della nuova procedura – spiega dati alla mano Agcom – sono stati infatti aperti 28 casi di Fase, di cui ben 6 negli ulti tre mesi.
“L’Agcom prende atto dei dubbi espressi dalla Commissione europea in ordine alla recente notifica delle misure concernenti alcuni aspetti tecnici e le condizioni economiche per il 2013 dei servizi di accesso disaggregato all’ingrosso alle reti e sottoreti in rame ed ai servizi di co-locazione (mercato 4), nonché dei servizi bitstream su rete in rame (mercato 5)”, si legge nella nota dell’Autorità che “si riserva di rispondere puntualmente ai rilievi sollevati dalla Commissione a valle di una più attenta valutazione del testo inviato e sottolinea preliminarmente come i rilievi mossi riguardino prevalentemente aspetti procedurali, senza di fatto incidere sugli aspetti sostanziali delle proposte”.
Questione di procedure, dunque, come del resto specificato dalla Commissione europea che ha contestato il metodo di calcolo delle nuove tariffe e non il listino in quanto tale. “I provvedimenti di Agcom, che riguardano i servizi di accesso alla rete in rame (e non alla fibra) maturano all’interno di specifiche condizioni e rilevazioni verificatesi nel mercato nazionale negli ultimi due anni, condizioni statiche che solo marginalmente impattano sulla pianificazione di futuri investimenti”, puntualizza l’Autorità.
E in merito ai profili procedurali rn questione “l’Autorità ritiene di aver fornito a più riprese i chiarimenti necessari a fugare i dubbi esposti oggi dalla Commissione ed è in ogni caso disponibile a fornire ulteriori dettagli. In tal modo, confida di potere concludere il procedimento con la fissazione dei prezzi dei servizi di accesso 2013 entro il corrente anno”.
Riguardo specificamente al merito “l’Autorità intende comunque ribadire la propria convinzione sulla validità delle soluzioni proposte e sulla solidità delle sottostanti argomentazioni.
In particolare, la proposta riduzione dei prezzi dei servizi di accesso alla rete fissa scaturisce dall’applicazione, da parte dell’Autorità, di meccanismi regolamentari già previsti da proprie precedenti delibere (puntualmente sottoposte ed approvate a suo tempo dalla Commissione) che hanno condotto ad una sensibile riduzione dei costi di manutenzione di Telecom Italia”.