Approderà domani al tavolo del consiglio dell’Agcom la questione delle tariffe di unbundling, cioè l’affitto che gli operatori alternativi pagano a Telecom Italia per l’ultimo miglio della rete fissa. L’Agcom nei mesi scorsi ha approvato uno schema di provvedimento indicando una forchetta tra 8,62 e 9,25 euro al mese. Oggi il prezzo è di 9,28 euro. La partita è molto accesa; gli operatori alternativi pensano che ci sia spazio per una discesa dei prezzi che, secondo alcuni, deve essere di almeno un euro rispetto al livello di 9,28.
Telecom, invece, ha manifestato all’Agcom la necessità di convogliare anche il prezzo dell’unbundling 2013 nell’analisi di mercato dopo la comunicazione dello scorporo della rete, in modo da avere un assetto stabile per la remunerazione del capitale investito nelle infrastrutture. Oltre alla decisione sull’unbundling, l’Agcom prenderà in esame le offerte di riferimento di Telecom Italia per il 2013 relative al servizio di bitstream (cioè il servizio di interconnessione all’ingrosso) e l’offerta di riferimento sempre per il 2013 per il servizio wholesale line rental (cioè il prezzo all’ingrosso del canone che gli operatori alternativi pagano a Telecom per collegarsi alla sua rete).
Come scritto nei giorni scorsi dal Corriere delle Comunicazioni, la tensione è alle stelle, in Consiglio e tra gli operatori di telecomunicazioni. Perché il prezzo 2013 è più importante di quello deciso per gli anni precedenti. Per due motivi. Primo: impatta non solo sul mercato del rame ma anche su quello – appena partito – della nuova rete in fibra ottica di Telecom. Dal costo dell’unbundling (cioè l’affitto del doppino dalla centrale all’utente passando dall’armadio) discende infatti quello del sub loop unbundling (cioè il doppino dall’armadio all’utente). E questo è parte importante del costo totale con cui i concorrenti possono accedere alla rete Fiber to the cab (Fibra fino agli armadi) di Telecom.
Secondo motivo: “Sarebbe il primo importantissimo segnale su come la vede Agcom riguardo alle richieste Telecom a fronte dello scorporo della rete”, dice al Corriere delle comunicazioni Cristoforo Morandini, di Between. Com’è noto, Telecom sostiene che procederà allo scorporo se avrà come contropartita regole più favorevoli.
“Ma se adesso Agcom riduce di molto il prezzo dell’unbundling, significa che non sta venendo incontro alla richiesta di creare un quadro regolatorio congeniale. Ricordiamo che i prezzi di unbundling sono quelli che foraggeranno la nuova creatura nata dallo scorporo. Che verrebbe massacrata da cali troppo grandi”, dice Between. Conta quanto la decisione finale si avvicinerà al minimo o al massimo della forchetta indicata da Agcom nel testo di consultazione sull’unbundling 2013: 8,62-9,25 euro al mese, contro gli attuali 9,28 euro al mese.
E’ peraltro una decisione che Agcom ha voluto, ma anche dovuto, accelerare. I prezzi del 2013 sono infatti una lacuna nell’attuale impianto regolatorio. Gli operatori stanno ancora pagando in base ai prezzi del 2012, decisi con la delibera 578 di novembre 2010. Adesso sono in corso le analisi di mercato per i prezzi 2014, 2015 e 2016 dell’unbundling (come anche del Wlr e del Bitstream) e finiranno a ottobre, si presume, dovendo anche passare dalla Commissione europea. Troppo tardi quindi per includere anche i prezzi 2013 in queste analisi, dove per altro potrebbero essere modificate anche le quote di costo del sub loop unbundling (ora pari a due terzi del costo dell’unbundling).