“Da aprile 2012, Cullen International non fornirà più informazioni relativamente al confronto dei prezzi in "termini reali". Il calcolo dei prezzi è complesso e può portare, in determinate circostanze, a interpretazioni ambigue o fuorvianti dei dati”: è quando scrive Cullen in una nota – che il Corriere delle Comunicazioni ha potuto visionare – in riferimento allo studio sull’unbundling pubblicato nei giorni scorsi che in Italia ha provocato un acceso dibattito.
Nessun dietrofront sul contenuto dell’analisi – secondo cui le tariffe di unbundling risultano dimezzate dal 2000 ad oggi -, ma Cullen ha deciso di adottare una nuova policy riguardo alle future pubblicazioni sui dati storici. "A seguito della pubblicazione della breve nota sull’unbundling del 26 marzo Cullen ha ricevuto diversi commenti critici da parte di una serie di clienti – operatori alternativi e Smp – si legge nella nota – . Cullen international vuole evitare che si creino ulteriori questioni in merito alla validità e alla imparzialità delle analisi".
In particolare sono tre le contestazioni pervenute da parte di alcuni operatori di Tlc, elencate nella nota.
Il calcolo dei prezzi reali per i servizi all’ingrosso di telecomunicazioni potrebbe non essere significativo al raffronto con l’evoluzione dei costi nel settore, ossia in relazione agli indici dei prezzi dei beni di consumo. Inoltre, la scelta dell’ indicatore di inflazione è complessa, con molte diverse scuole di pensiero.
La seconda criticità riguarda la scelta dei periodi considerati per la comparazione dei prezzi (2000-2001 e 2003-2011) che secondo alcuni operatori“è arbitraria”. “Una più ampia gamma di date avrebbe dovuto essere presa in esame per un confronto reale”.
Ancora: secondo le voci “contro” la tabella che illustra gli effetti relativi alle variazioni dei prezzi del rame e della fibra “è semplicistica”: “I prezzi del rame e della fibra non sono variabili indipendenti”.