IL CASO

Unbundling, il 23 settembre il parere del Berec

Come già anticipato dal Corriere delle Comunicazioni l’Authority europea si appresta a rilasciare il proprio parere sulla vicenda dando ragione ad Agcom: le metodologie di prezzo sono di esclusiva competenza nazionale

Pubblicato il 20 Set 2013

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In rampa di lancio il parere del Berec sulle nuove tariffe Agcom relative all’unbundling. Secondo quanto risulta al Corriere delle Comunicazioni il 23 settembre sarà formalizzato il provvedimento con cui l’Autorità europea considera “ingiustificato” l’altolà della Commissione europea al listino.

Come anticipato dal nostro giornale il Berec dovrebbe puntellare le motivazioni generali della propria opinione sulla “specificità delle circostanze nazionali” e “sul fatto che ogni decisione sul tipo di metodologia di prezzo da usare ricade esclusivamente nella sfera di competenze delle Authority nazionali”. Una maniera compita per rammentare alla Commissione europea che non dispone dei sufficienti poteri coercitivi per intervenire sulle deliberazioni dei Garanti nella misura in cui queste “siano in linea con il quadro regolamentare europeo”.

L’11 luglio scorso il Consiglio dell’Agcom aveva votato a favore di una sensibile diminuzione dei prezzi di accesso alla rete in rame Telecom, in particolare portando il canone Ull a 8,68 euro al mese dagli attuali 9,28. Una volta notificata a Bruxelles per quello che molti analisti ritenevano si sarebbe trattato di un mero proforma la decisione del Garante italiano ha però dovuto saggiare un responso tutt’altro che benevolo. A ridosso del Ferragosto, la Commissione ha infatti formalizzato il proprio avviso negativo sulla proposta di riduzione del listino, aprendo un’indagine ufficiale e invocando il meccanismo del riesame: in sostanza ordinando ad Agcom di collaborare proprio con il Berec per apportare le dovute modifiche alla proposta in questione.

Nello specifico, Bruxelles contesta ad Agcom di aver fissato i prezzi per il 2013 sulla base della precedente analisi di mercato, ergo “in contraddizione con la dichiarazione, rilasciata nell’ottobre 2012, in cui l’Autorità affermava che i nuovi prezzi sarebbero stati basati sulla nuova indagine di mercato”. Questa scelta – è l’opinione della Commissione – potrebbe “incidere negativamente sulla capacità degli operatori di pianificare e decidere in merito ai prezzi da applicare in Italia”.

Il parere del Berec, quantunque non vincolante, dovrebbe avere un certo peso specifico sulle mosse prossime future di Bruxelles. Entro il 12 novembre, ed in base al riscontro ricevuto dal nostro Garante, la Commissione Ue dovrà decidere se chiudere l’indagine o al contrario affidare i propri rilievi contro Agcom ad una Raccomandazione: una sorta d’ingiunzione che, tuttavia, non avrebbe natura costrittiva. Si tratta di uno strumento già brandito in passato contro le Autorità tedesca e olandese, in entrambi casi senza successo.

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