Mezzo pieno o mezzo vuoto? Dipende dai punti di vista. La
Commissione Ue ha dato il via libera alla decisione di Ofcom,
l’autorità britannica delle telecomunicazioni, di imporre a BT
di offrire ai concorrenti l’unbundling virtuale ma non quello
fisico sulle proprie reti di nuove generazione. Di fatto, una
impostazione regolatoria meno costringente di quella vigente per il
doppino in rame che prevede, appunto, l’obbligo dell’unbundling
fisico. Inoltre, tale “vantaggio” per BT sarà a termine.
Durerà al massimo 4 anni: Ofcom si è riservata la possibilità di
rivedere anche prima della scadenza le proprie decisioni sulla base
dell’andamento del mercato
Nella delibera di Ofcom è anche previsto, per favorire gli
investimenti dell’incumbent inglese nelle reti ottiche, che i
prezzi dell’unbundling virtuale non siano “costed oriented”
ma “fair”. Su questo l’Ue ha osservato che i prezzi del VULA
(l’unbundling ottico virtuale) dovrebbero essere invece orientati
ai costi, pur tenendo conto della necessità di remunerare il
rischio di investimento e di assicurare la posa delle nuove reti
oltre che la competizione di mercato.
La Commissione ha riconosciuto che il Vula ha molte caratteristiche
che ne rendono il funzionamento simile all’unbundling fisico
anche se non consente agli operatori alternativi la stessa libertà
di offerta di prodotti retail.
“ In questo specifico caso, l’unbundling virtuale sembra
l’opzione migliore per salvaguardare la concorrenza e consentire
ai consumatori di beneficiare della vasta gamma di servizi offerta
dall’infrastruttura Ngn – ha dichiarato al Financial Times il
commissario alla Digital Agenda, Neelie Kroes – Ma si tratta di una
soluzione ad interim che non rappresenta un’alternativa a lungo
termine all’unbundling fisico della fibra, che dovrà essere
realizzato appena possibile”.
La decisione della Commissione riguarda i mercati inglesi wholesale
local access (ad esempio il local loop) e wholesale broadband
access (bitstream access) che, come unbundled local loop, danno
modo agli operatori alternativi per entrare sul mercato retail.
Si tratta della prima volta che un regolatore nazionale europeo ja
proposto una soluzione pratica per assicurare l’accesso ad
un’infrastruttura ottica punto-multipunto, incuso il Vdsl (Very
High Speed Digital Subscriber Line) e il G-pon (Gigabit Passive
Optical Network).