L’accordo fra Wind e sindacati per il mantenimento delle Network Operations all’interno del perimetro aziendale è “un benchmark nazionale”. Questo il giudizio del consiglio direttivo di Unindustria, riunitosi ieri sotto la presidenza di Maurizio Stirpe, che ha analizzato un importante risultato raggiunto con l’azienda associata Wind: la sottoscrizione di una serie di accordi sindacali che hanno consentito alla stessa di realizzare un modello alternativo all’ipotesi che prevedeva l’esternalizzazione di circa 1.700 dipendenti che gestiscono le attività e la manutenzione della Rete.
“Le intese sindacali raggiunte con l’associata Wind intervenute durante il rinnovo del Ccnl – si legge in una nota di Unindustria – potranno consentire all’azienda di recuperare efficienza, qualità e di ridurre il costo del lavoro al fine di incrementare la produttività e la competitività aziendale mantenendo l’attuale assetto organizzativo fino al 2017. Definiscono, altresì, un nuovo modello culturale improntato alla partecipazione attraverso la valorizzazione del know-how interno. Pertanto, per le loro caratteristiche e contenuti tecnici, rappresentano un benchmark nazionale per le Relazioni Industriali e per la contrattazione aziendale”. Gli accordi Wind, sottolinea il Consiglio Direttivo di Unindustria, “sono la dimostrazione che un sistema di Relazioni Industriali può essere funzionale al rafforzamento del sistema produttivo e dell’occupazione, soprattutto in un momento di così forte crisi, dove l’elevato costo del lavoro per unità di prodotto incide negativamente sulla produttività e, quindi, determina una perdita sostanziale di competitività”.
Le intese strategiche, siglate da Unindustria con Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil, presso il ministero dello Sviluppo Economico, “si configurano, quindi, come una novità nel panorama nazionale delle Relazioni Industriali – prosegue la nota – Nello specifico sono stati stipulati cinque accordi innovativi, di durata quinquennale, che consentono a Wind, in attuazione dell’accordo Interconfederale del 28 giugno 2011, di realizzare risparmi strutturali riducendo il costo del lavoro al fine di incrementare la produttività, e, quindi, la competitività aziendale. Anche il gruppo dirigente ha accettato la riduzione di alcuni trattamenti economici. Gli accordi sindacali hanno fatto leva sul senso di solidarietà e di appartenenza dei lavoratori all’impresa. A tutti indistintamente, in maniera equa e per tutti i livelli di inquadramento, viene richiesto un impegno per la realizzazione degli obiettivi aziendali, anche attraverso lo smaltimento obbligatorio di ferie e permessi che non saranno più monetizzabili e con la definizione di un premio di risultato legato alla reale reddittività dell’azienda”.