La crescente fame di dati in mobilità spingerà al rialzo l’Arpu mensile degli operatori Usa, che nel 2015 raggiungerà quota 51 dollari rispetto ai 46,50 dollari di oggi. La previsione arriva dalla Telecommunications Industry Association (Tia), secondo cui i ricavi medi mensili per utente cresceranno mediamente di un dollaro e mezzo all’anno nei prossimi tre anni. Una buona notizia per le telco, che hanno visto l’Arpu scivolare da 48,65 dollari nel 2005 a 44,35 dollari nel 2010, prima di registrare una leggera ripresa con gli attuali 46,50 dollari.
Oggi, I ricavi dei gestori Usa sono equamente divisi fra voce e dati, ma l’anno prossimo le cose cambieranno a favore dei dati che effettueranno il sorpasso. “Nel 2015 si spenderà il doppio per i servizi dati rispetto alla voce”, prevede Arthur Gruen, economista della Tia.
Nel 2015 le telco Usa genereranno ricavi per 144,2 miliardi di dollari da servizi dati in mobilità, rispetto a 76,1 miliardi derivanti dalla voce.
Quest’anno i ricavi derivanti da servizi dati ammontano a 89,8 miliardi di dollari, rispetto a 98,8 miliardi derivanti dalla voce; nel 2013 i ricavi derivanti da servizio dati raggiungeranno quota 108,4 miliardi, mentre la voce scivolerà a 91,5 miliardi. Al cambiamento del mercato corrisponderà un analogo mutamento dei modelli tariffari, che secondo Gruen si svilupperanno sulla falsariga del pay per use.
Nel frattempo, Ken Rehbehn, principal analyst di Yankee Group, ha espresso preoccupazione su come gli operatori riusciranno a gestire il boom dei dati visto che il settore dovrà affrontare una generale carenza di spettro. Un problema che secondo la società di analisi si potrà affrontare entro l’anno cominciando ad integrare il Wi-Fi con le picocelle e le reti 3G. Cisco ha recentemente annunciato che a breve At&t partirà con i primi test per l’integrazione di Wi Fi, 2G, 3G e Lte con la sua piattaforma di picocelle, che secondo previsioni potrebbero raggiungere l’88% di tutte le base station entro il 2016. .