Le cose sono cambiate, nel mercato della voce Usa. Ancora 25 anni fa gli operatori telefonici locali (i cosiddetti Ilec) dominavano il mercato. Ma Internet e l’apertura a un gran numero di concorrenti ha trasformato il mercato: quelle società una volta “dominanti” non sono più incumbent, e lo dimostrano i dati di mercato. Anche le regole devono di conseguenza adeguarsi al mutato quadro. Lo chiede a gran voce l’associazione UsTelecom, gruppo di pressione dei carrier Usa, alla Fcc: sostenengono che è arrivato il momento, per le compagnie telefoniche ex incumbent, di ricevere un trattamento regolatorio coerente al mercato e in linea con quanto succede con i provider wireless, operatori del cavo e fornitori Voip. La Fcc si è detta disponibile a esaminare la questione.
Circa il 40% di famiglie americane ha “tagliato i fili” passando da servizi voce forniti su rete telefonica pubblica commutata (Pstn nei paesi anglosassoni) a nuovi modi di comunicazione a banda larga e wireless ed erodendo in questo modo il potere dominante degli Ilec. L’applicazione di vecchie norme fa si materializza in una perdita di capitale disponibile in mano ai carrier per finanziare investimenti in infrastrutture. Insomma, queste norme frenano la transizione verso la nuova generazione all-ip di reti che i consumatori chiedono.
La “Petition for Declaratory Ruling” chiede alla commissione che l’operatore “incumbent local exchange” non debba più essere considerato dominante. In realtà la Fcc nel suo Universal Service Reform Order aveva sottolineato l’esigenza di riformare requisiti normativi ormai obsoleti, “stabiliti molto tempo prima che esplodesse la concorrenza tra le compagnie telefoniche, società via cavo, e fornitori di servizi wireless…”. Con una base clienti sempre più scarsa per la ripartizione dei costi di conformità alle norme, gli operatori stanno pagando un caro prezzo. Una situazione che la stessa Fcc definisce “insostenibile”.
La migrazione alle reti all IP è la grande sfida delle infrastrutture del 21esimo secolo. La Fcc ha annunciato la scorsa settimana la formazione di una Technology Transition Policy Task Force che punterà a rivedere le regole. Decisione che ha riscosso il parere positivo della UsTelecom che vede un passo avanti nella creazione di un contesto normativo favorevole agli investimenti privati nelle nuove reti destinate ad alimentare la crescita economica nei decenni a venire.