“La rete è patrimonio di tutti”. Il presidente della
Commissione Trasporti della Camera, Mario Valducci non ha dubbi
sull’importanza dell’infrastruttura Tlc di Telecom Italia.
Presidente cosa ne pensa dell'ipotesi di fusione
Telecom-Telefonica?
"La situazione di Telecom non è delle più facili. Inutile
nasconderlo. Ma è necessario che si trovi un accordo che non
penalizzi l’azienda italiana e soprattutto l’infrastruttura
italiana. La domanda che dobbiamo porci è: quanto sono disponibili
a investire gli spagnoli sull’infrastruttura? Da quando
Telefonica è diventata il socio di maggioranza di Telecom Italia,
non si sono visti investimenti. E scarsi sono stati gli interventi
anche riguardo alla manutenzione ordinaria della rete. E ciò deve
farci riflettere. Una cosa è certa: realizzare una nuova rete non
è pensabile. La duplicazione dell’infrastruttura costerebbe fra
i 40 e i 50 miliardi di euro. La banda larga è strategica per il
Paese, indipendentemente dall’attuale domanda di mercato.
Quale potrebbe essere la soluzione?
La società delle reti è sicuramente una soluzione: Telecom Italia
potrebbe parteciparvi con una quota del 51% portando in dote la
propria infrastruttura. Di fatto è l’obiettivo del modello Open
Access: il protocollo prevede, a regime, l’accesso alla rete da
parte di Telecom a pari condizioni rispetto ai concorrenti.
L’italianità della rete va garantita?
Il governo sta ragionando sul da farsi, ma l’importanza della
rete è innegabile. Telefonica dice di essere interessata al
mercato italiano. Anche senza la proprietà della rete può fare il
suo business, operando sul fronte dei servizi. In un modo o in un
altro, la situazione va comunque sbloccata.
L'intervista integrale sarà pubblicata sul numero 3 del
Corriere delle Comunicazioni in uscita lunedì 8 febbraio