Nelle famiglie italiane ci sono troppi cellulari e troppo pochi
computer? Mario Valducci (Pdl), presidente della
commissione Trasporti e Comunicazioni della Camera, lancia
l’idea di una “rottamazione” finalizzata a promuovere
l’afabetizzazione informatica (e Internet) dei cittadini: vecchi
telefonini in disuso in cambio di personal computer, magari i nuovi
netbook low cost, che sono anche i più facili da gestire per chi
deve ancora imparare l’abc della Rete.
All’allarme lanciato dagli operatori del settore nell’ultimo
rapporto Assinform, sulla crisi di fatturato sul calo
dell’occupazione nell’Information Technology, il parlamentare
azzurro replica osservando che “l’andamento dell’economia ha
prodotto un calo generalizzato, un po’ in tutti i settori
produttivi, maggiore o minore sui diversi mercati ma
innegabile”.
Il governo però con le ultime decisioni del Cipe sui
cantieri ha deluso le imprese del settore. Grandi opere, molto
cemento e poca innovazione tecnologica.
Ma il ministro Brunetta e lo stesso presidente del Consiglio
Berlusconi, che di recente è andato a inaugurare la sede Cisco di
Vimercate, hanno rilanciato il tema di un piano industriale della
pubblica amministrazione, con l’avvio della dematerializzazione e
della digitalizzazione, che possono essere motori importanti per il
rilancio del settore dell’Ict. D’altra parte il ministro
Gelmini ha sottolineato la necessità di un progetto che sviluppi
una maggiore conoscenza delle nuove strutture dell’informazione.
Anche in questo caso si vede come il Governo ha già lanciato
alcuni messaggi, legati all’importanza dell’Information
Technology. Ma sempre più l’obiettivo della politica deve essere
concentrato sull’alfabetizzazione informatica della cittadinanza
e delle microimprese.
Basterà? Non saranno necessari incentivi o sgravi fiscali
per tenere in piedi un settore decisivo per l’innovazione del
sistema Italia?
Ma quando parliamo di alfabetizzazione, parliamo della
insufficiente presenza dei computer nelle famiglie e nelle
microimprese. Alfabetizzazione, a mio modo di vedere, vuol dire due
cose: avere il computer, saperlo usare. Allora il Governo potrebbe
potrebbe pensare a una rottamazione della telefonia mobile in
funzione della diffusione dei Pc. Ce ne sono adesso di computer low
cost, alla portata di tutte le tasche. Abbiamo una presenza di
telefonini enorme: si potrebbe offrire ai cittadini la possibilità
di restituire un vecchio cellulare non più in uso in cambio di un
personal computer. Per il pagamento si potrebbe pensare magari di
addebitarlo a rate sulla bolletta telefonica o di finanziarlo con
un piccolo incentivo statale. Sarebbe una spinta alla diffusione
dei computer all’interno delle fasce sociali più deboli e nelle
microimprese.
La crisi intanto incalza e tanto le organizzazioni
imprenditoriali che i sindacati invitano a non sottovalutarne gli
effetti sulla salute delle aziende e sull’occupazione. Quali
saranno i tempi per un intervento governativo a difesa
dell’Ict?
Intanto c’è un miliardo di euro che il Governo investe sulla
banda larga, e proprio in questi giorni dovremmo avere le idee
chiare su come verranno impiegati, il ministro Scajola e il
sottosegretario Romani ci diranno in che modo verrà inevestito
questo miliardo. Si tratta della infrastruttura più strategica per
l’Italia, legata al futuro delle telecomunicazioni. Poi, per
tornare al piano per la dematerializzazione e la digitalizzazione,
è chiaro che nel momento in cui cambia il rapporto fra l’impresa
e la pubblica amministrazione, le imprese sono destinate a
investire in Information Technology. Per questi cambiamenti ci
vorranno dodici-diciotto mesi, un po’ più lunghi invece saranno
i tempi per il processo di alfabetizzazione. Infine ci sono ancora
dei fondi presso il ministero dello Sviluppo economico. Altri
strumenti da attivare, altre strade da percorrere non credo che ce
ne siano.
Valducci (Pdl): “Pc nelle case rottamando i telefonini”
Pubblicato il 23 Mar 2009
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