La National Security Agency raccoglie le registrazioni telefoniche di milioni di utenti americani di Verizon. Verizon Business Network Services, il secondo operatore negli Stati Uniti, ha ricevuto ordine di fornire ai servizi d’intelligence statunitensi tutti i dati su tutte le telefonate che gestisce. Lo rivela oggi il quotidiano britannico Guardian, che ha ottenuto una copia dell’ordine emesso in data 25 aprile da un tribunale riservato, la Foreign Intelligence Surveillance Court (Fisa), che impone alla Verizon di fornire per tre mesi determinate informazioni su tutte le telefonate effettuate all’interno degli Stati Uniti e verso l’estero. la Fisa ha dato l’ordine all’Fbi il 25 aprile, dando la possibilità di ottenere fino al 19 luglio dati sui numeri in entrata e uscita delle chiamate, sulla localizzazione, gli orari e la durata, ma non sui contenuti. L’ordine è stato firmato 10 giorni dopo l’attentato alla maratona di Boston.
Le informazioni vanno fornite alla National Security Agency (Nsa). La Casa Bianca conferma la raccolta dati su milioni di telefonate di utenti Verizon. L’amministrazione Obama difende la pratica dei controlli sulle telefonate, definendola “uno strumento fondamentale per proteggere la nazione dalle minacce terroristiche nei confronti deli Usa”, ha detto un alto funzionario della Casa Bianca.
Secondo il Guardian, l’ordine impone alla Verzion di fornire giornalmente tutti i “metadati telefonici”, ovvero i numeri telefonici di chi effettua le chiamate e di chi le riceve e la durata delle conversazioni. Non sono richiesti nomi, indirizzi, informazioni finanziarie sugli utenti e contenuto delle conversazioni.
L’insieme dei dati dovrebbe permettere all’Nsa di tracciare gli schemi delle comunicazioni all’interno e verso l’esterno. Nel primo trimestre dell’anno Verizon ha reso noto di avere 121 milioni di clienti, di cui 98,9 milioni di abbonati a servizi wireless.
L’ordine firmato dal giudice Roger Vinson appare inusuale in quanto non menziona un gruppo o una specifica minaccia terroristica. Secondo il Guardian, il provvedimento – basato sul Patriot Act approvato dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 dall’ex presidente George W. Bush – dimostra per la prima volta la raccolta indiscriminata di dati sui cittadini americani da parte dell’amministrazione di Barack Obama.
La raccolta da parte della National Security Agency della National Security Agency è una “una vergogna oscena”. A dirlo, in un messaggio Twitter, è Al Gore, l’ex candidato democratico alla Casa Bianca diventato, dopo aver vinto il Nobel per la pace nel 2007 per il suo impegno ambientalista, un riferimento del movimento liberal americano.
“Nell’era digitale, la privacy deve essere una priorità. Pare solo a me, o questa sorveglianza segreta è una vergogna oscena” ha scritto su Twitter l’ex vice presidente di Bill Clinton in un quello che suona come una dura critica all’amministrazione Obama. Secondo quanto riportato dal Guardian lo scorso aprile la National Security Agency ha ottenuto, il 25 aprile scorso, un’autorizzazione segreta dalla magistratura per poter raccogliere i tabulati telefonici dei milioni di abbonati della compagnia telefonica Verizon.