Si scalda l’atmosfera intorno al rinnovo dei vertici di Telecom
Italia. L'Asati, l'associazioni dei piccoli azionisti di
Telecom scende in campo a sostegno di Franco Bernabè. "Se il
disegno di estromissione di Bernabè dovesse andare in porto –
sottolinea il presidente Franco Lombardi – andrà perduta anche
la speranza di una sana etica ed efficiente gestione di Telecom che
per certo ripiomberà nella palude degli interessi di bassa bottega
anche personali di coloro che oggi, da azionisti, stanno solo
simulando di perseguire gli interessi di una grande multinazionale
come Telecom".
"Franco Bernabè – prosegue – pur ostacolato in ogni possibile
modo anche dentro Telecom, ha avuto il coraggio di scoperchiare
alcuni dei vasi di pandora della malagestione e anche delle
illegalità della passata gestione. Questa è la colpa che non gli
sarà perdonata?".
Secondo Asati, "è evidente a chiunque non voglia chiudere gli
occhi che dietro la possibile decisione di Generali e Mediobanca di
non confermare l'attuale amministratore delegato Franco
Bernabè alla guida di Telecom non ci sono nè ragioni industriali
nè ragioni finanziarie, quanto piuttosto quello di assicurare
l'impunità, attraverso il mancato esperimento di una azione di
responsabilità nei confronti di coloro che hanno governato
l'azienda nel periodo 2001-2007".
Lombardi propone "con assoluta convinzione l'attuale
gestione dell'azienda, affiancando, al presidente e
all'amministratore delegato, due direttori generali, scelti
all'interno della struttura organizzativa, al fine, come ha
affermato un importante azionista di Telecom Italia e da Asati
condiviso, di sbrigarela routine quotidiana".
"Al contrario, una discontinuità della gestione creerebbe un
forte disagio nelle risorse interne dell'azienda che negli
ultimi anni hanno visto nelle principali posizioni aziendali
manager e vertici esecutivi che hanno fatto l'interesse più
dei loro referenti che degli stakeholders".
"Dopo la disastrosa gestione del periodo 2001-2007 – conclude
l'associazione dei piccoli azionisti Telecom – siamo sicuri che
gli attuali vertici, riconfermati, dovranno agire a tutela delle
minoranze promuovendo le necessarie e ormai improcrastinabili
azioni di responsabilità".
Il Sole 24 Ore parla di voci “che preannunciano clamorosi colpi
di scena", tra cui quella che vorrebbe tra le opzioni sul
tavolo della maggioranza la nomina ad amministratore delegato di
Mario Sentinelli, ex manager Telecom, già presente nel consiglio
in scadenza, che era stato protagonista della stagione d'oro di
Tim.
All'attuale Ad Franco Bernabè sarebbe invece offerta una
presidenza, presumibilmente con delega, mentre il presidente
Gabriele Galateri si libererebbe per la prossima tornata di nomine
nelle società parastatali.
“Un'opzione – ricorda il Sole – che si sposa con le
dichiarazioni del primo azionista fuori Telco, Marco Fossati della
Findim che ha parlato di presidenza esecutiva per l'attuale Ceo
di Telecom, e tuttavia cozza con quanto risulta essere la posizione
di Bernabè, disponibile a un secondo mandato ma non a veder
ridimensionato il suo ruolo di capo azienda, e piuttosto favorevole
a conferire responsabilità operative a uno o più direttori
generali”. Fossati, che con Findim controlla il 5% di Telecom, in
un'intervista ieri all'agenzia Bloomberg ha fatto sapere
che presenterà una lista per il rinnovo del board, ma non
riconfermerà Paolo Baratta e Roland Berger.
“Bernabè – ha proseguito Fossati nell'intervista – deve
trasformarsi in promotore della direzione strategica ed essere
pronto a cogliere le opportunità, ma deve essere tolto dalla
routine quotidiana per focalizzarsi su un lavoro di più alto
livello, per aiutare il capitale a recuperare il proprio
valore”.
Anche sul fronte Mediobanca (che possiede l’11,49%) di Telco,
sembra prendere terreno l’ipotesi di procedere – come scrive il
Messaggero – di semi-continuità: trasferire Bernabè alla
presidenza, attribuendogli alcune deleghe di peso ovvero i rapporti
con le Autorità e il Sud America che rappresenta ben il 25% del
business di Telecom.
Ancora stando ai rumors raccolti dal Sole 24 Ore esponenti della
compagine di maggioranza avrebbero anche tastato il terreno con
l'attuale Ad di Vodafone Italia, Paolo Bertoluzzo, e con
Francesco Caio. Anche Luigi Gubitosi, ad Wind, rientrerebbe nel
novero delle opzioni possibili, mentre non è escluso che alla fine
possa uscire nuovamente dal cilindro il nome di Massimo Sarmi,
l'ex manager Telecom Italia ora alla guida operativa di Poste
italiane.