Il business dei fornitori di video over the top va a gonfie vele e
potrebbe rubare spazi, o almeno spot, alle tv tradizionali: è
quanto emerge dall’ultimo studio di Abi Research secondo cui
l’industria video degli Ott totalizzerà 20 miliardi di dollari
di revenues in Nord America nel 2016 e circa due terzi del giro
d’affari, ovvero 13,3 miliardi di dollari, arriveranno dalla
pubblicità, che sarà intercettata dalla televisione
tradizionale.
"La parte più consistente del mercato sarà rappresentata
dall’advertising di qui al 2016", conferma Sam Rosen, senior
analyst di Abi. "E pensiamo anche che in qualche modo queste
revenue saranno sottratte alla pubblicità sulla tv classica: gli
investimenti dei marketer si indirizzeranno verso l’Ott man mano
che i contenuti più interessanti e attraenti per il pubblico si
spostano dalla televisione al video over the top”.
La seconda componente più significativa del business degli Ott
saranno gli abbonamenti, continua il report di Abi. "Alcune
delle revenues, insomma, sono nuovi soldi che gli utenti spendono
per l’intrattenimento sulle piattaforme Ott, mentre altre quote
del fatturato saranno sottratte a piattaforme e servizi
concorrenti, non solo la tv tradizionale, ma anche il noleggio o
l’acquisto di film", nota Rosen.
Pur concentrandosi sul Nord America come mercato leader (anche
perché è da qui che arrivano i numeri uno del settore, Netflix
innanzitutto, ma anche Hulu e iTunes), lo studio di Abi prevede un
forte sviluppo del video over-the-top anche nel resto del mondo,
con un'audience globale che supererà 1,3 miliardi di
spettatori nel 2016, contro i 780 milioni del 2010. “Nei prossimi
anni, YouTube e le altre piattaforme basate su Internet si
guarderanno sempre di più nel salotto di casa e questo aprirà
importanti opportunità per gli Ott in tutti i Paesi per catturare
gli investimenti pubblicitari”, spiega Rosen. "Il trend
sarà accelerato dal potenziamento dei contenuti di video-on-demand
su YouTube, come annunciato di recente”.
La nuova industria dei servizi video su Internet si basa su un vero
ecosistema, che richiede una stretta cooperazione tra produttori di
elettronica di consumo e set-top box, fornitori di contenuti e
service provider in tutto il mondo, sottolinea Abi: “La scoperta
del contenuto da parte del consumatore è solo uno degli esempi che
dimostra come lo scenario stia rapidamente cambiando: gli
spettatori non vogliono palinsesti pre-confezionati né le
tradizionali guide tv, ma scelte personalizzate e basate sulla
ricerca e le raccomandazioni che trovano online”, conclude Jason
Blackwell, practice director di Abi Research.