Per mantenere un ruolo strategico nel satellite serve “una forte
sinergia tra progetti industriali e strategia del Paese”. Lo ha
detto nel suo
intervento Giuseppe Viriglio, presidente di Telespazio, nel
corso del convegno su Guglielmo Marconi a Montecitorio. Perché se
è vero che da Marconi a CosmoSkyMed l’Italia ha inanellato
“una serie ininterrotta di successi”, è anche vero che “ci
sono ombre nel futuro” e che “mantenere un ruolo strategico,
tecnologico e di mercato nel satellite è molto difficile”.
L’Agenzia Spaziale Italiana continua ad essere un elemento
propulsivo, “ma i giochi sono a livello europeo”.
È necessario dunque “operare delle scelte focalizzando
maggiormente il ruolo dell’Italia su alcune tematiche e
tecnologie, dove si vuole essere i numeri uno – dice Viriglio –
evitando una dispersione di fondi, ma soprattutto di capacità
umane e professionali”.
Del resto, anche su questo terreno Marconi può fare scuola: “La
sua capacità la sua unicità furono per lungo tempo osteggiate o
almeno incomprese nel suo Paese. Di come i suoi progetti furono
fermati in quanto osteggiati dal Paese ospitante e di come quindi
nessun successo è facile o dovuto – racconta Viriglio -. Ciò
accadde proprio a Guglielmo Marconi, per il quale il successo della
Imperial Wireless Chain si dimostrò essere una lama a doppio
taglio che si rivoltò contro di lui. Infatti il pericolo
dell’uso della nuova tecnologia fu così fortemente sentito dal
governo britannico che fu costituita una società per bloccare
l'ambizione di Marconi di sviluppare una propria rete
commerciale telegrafica globale”. Lo Spazio è in una situazione
simile, avverte Viriglio: “Grandi capacità, grandi potenzialità
ed opportunità in uno spazio competitivo dove però tutto deve
essere conquistato con la volontà ogni giorno”.