STRATEGIE

Vivendi, Bolloré punta al comando e sale al 14,5%

Acquistato un ulteriore 2,5% del capitale della media company con un investimento di oltre 800 milioni di euro

Pubblicato il 10 Apr 2015

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Vincent Bolloré punta al comando di Vivendi. In vista dell’assise dei soci di Vivendi di venerdì 17 aprile, il manager ha deciso di alzare la posta e comprare titoli del colosso transalpino (32,3 miliardi di capitalizzazione). Così dopo aver portato ieri la sua partecipazione dal 12% al 14,52% nei prossimi giorni arrotonderà fino al 15% per avere la possibilità, in accordo con i fondi azionisti di Vivendi, di modificare lo statuto e far approvare la norma sul voto doppio introdotto in Francia dalla legge Florange.

Opzione che Bolloré vuole far approvare per arrivare a controllare voti per il 23%-24%, visto che avrà la possibilità di sfruttare questa opportunità concessa dalla normativa vigente solo per una parte della sua partecipazione. In questo modo, scrive MIlano Finanza, potrà gestire al meglio il gruppo che dopo le cessioni di Sfr e Gvt (a Telefonica ) si ritrova con una dote di 11 miliardi e potrà essere uno dei protagonisti del risiko del settore in Europa.

In seguito all’operazione il gruppo Bolloré detiene complessivamente 196 milioni di azioni Vivendi, con un valore di Borsa di 4,7 miliardi di euro. Gli acquisti sono avvenuti contestualmente a un’operazione di copertura e finanziamento garantita da 34 milioni di azioni Vivendi, rimborsabile il 30 maggio 2017, a scelta del gruppo in contanti per un importo corrispondente alla quotazione del titolo Vivendi alla scadenza, oppure con la consegna dei titoli.

Vivendi punta a diventare “un player completamente dedicato ai media e ai contenuti” e sta pensando a una serie di acquisizioni “di trasformazione”, di cui Dailymotion rappresenta solo l’inizio. La strategie della media company transalpina è stata chiarita ieri dal ceo, Arnaud de Puyfontaine, in un’intervista al “Financial Times”, nella quale ha smentito un interesse per Sky, su cui nei giorni scorsi sono corse indiscrezioni, ufficiosamente già smentite dal gruppo francese. Puyfontaine ha escluso anche un interesse per la britannica Itv (“bella società ma costa troppo”).

Le sue parole hanno subito spinto il mercato a speculare su quale sarà la prossima preda del gruppo francese, che poggia su una liquidità di circa 11 miliardi di euro, e le scommesse puntano su Mediaset, oggetto oggi di forti acquisti in Borsa.

Vivendi, che l’altroieri ha annunciato di essere in trattative esclusive per rilevare l’80% di Dailymotion da Orange per 217 milioni, guarderà ad acquisizioni “con un valore intrinseco” che può essere sbloccato grazie alle sinergie con le altre attività del gruppo. Il gruppo presieduto da Vincent Bolloré, che ne è anche il primo azionista con il 12%, dopo avere ceduto asset per circa 35 miliardi di euro negli ultimi due anni, quando sarà completata anche la cessione a Telefonica di Gvt (operazione che porterà in dote anche l’8,3% di Telecom Italia) si troverà con 11 miliardi in cash. Una liquidità che il fondo attivista americano Psam vorrebbe fosse utilizzata per distribuire un dividendo straordinario. Ma evidentemente i piani di Bolloré e Puyfontaine sono differenti.

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