PAY-TV

Vivendi-Mediaset, l’ultima idea di Bolloré: accordo triennale senza scambio di azioni

La media company studia la nuova proposta per Premium: compartecipazione paritaria al 40% con la quota restante in mano di un terzo socio, nessun intreccio azionario e pagamento cash per il Gruppo italiano. La pay-tv passerebbe nelle mani francesi solo a utile raggiunto

Pubblicato il 11 Ott 2016

Due soci di maggioranza al 40%, un socio di minoranza al 20%, nessuno scambio azionario e l’acquisto di Premium quando si vedrà il primo utile. Sarebbe questo lo schema di accordo a cui starebbero lavorando Mediaset e Vivendi che, secondo il Sole24Ore, hanno impresso un’accelerazione alle trattative. La media company francese punta a convincere Mediaset con un’intesa diversa da quella siglata ad aprile e stracciata da Bolloré.

Il finanziere bretone, fresco di salita al 20% del capitale di Vivendi, vorrebbe proporre al Gruppo di Cologno Monzese una compartecipazione triennale in pari quota (40%), con la parte restante di capitale da vendere a fondi di private equity o a un terzo player. C’è Telefonica che oggi detiene l’11% di Mediaset Premium e che, nonostante sia sembrata spesso prossima ad un addio, potrebbe decidere di rimanere in campo per 3 anni accanto al duo italo-francese. Magari salendo proprio fino al 20%, anche se la compagnia spagnola non sembra ritenere strategica la sua posizione nella pay-tv.

La grande novità della nuova proposta che Vivendi potrebbe presentare presto è l’assenza di uno scambio azionario, come previsto invece nei documenti siglati ad aprile: Mediaset riceverebbe un pagamento cash e non un pacchetto di azioni. L’orizzonte triennale e la partecipazione paritaria servirebbe a tutti gli eventuali azionisti di lavorare per portare Premium in utile senza consolidare le perdite. Solo a pareggio di bilancio centrato Bolloré rileverebbe l’intero capitale della pay-tv.

C’è comunque da lavorare sulla valutazione di Mediaset Premium, viste le divergenze fra Parigi e Cologno Monzese sul raggiungimento del breakeven. Ma è chiaro che se ci fosse l’effettiva volontà da parte di entrambi di trovare un accordo, individuare il giusto prezzo sarebbe meno complicato. La bilancia appare comunque sospesa fra nuova intesa e guerra in tribunale, seppur in lieve pendenza verso la prima ipotesi. Vivendi, a parte l’ultima uscita dell’Ad Arnaud De Puyfontaine (“Sono fiducioso in un nuovo accordo”), sta lavorando nel silenzio anche perché i toni aspri di fine estate hanno lasciato un segno marcato, aprendo la via del ricorso davanti al giudice che il 21 marzo vedrà la prima udienza. C’è infine da notate che per ora Mediaset ha deciso di non chiedere la procedura d’urgenza: questo potrebbe suonare come una concessione di tempo alla controparte francese.

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