L'ASSEMBLEA

Vivendi non molla: “Telecom e Mediaset al centro della nostra strategia”

Il ceo de Puyfontaine: “Nessuna battuta d’arresto. Crediamo in un’intesa sui contenuti con Berlusconi, ma serve la volontà di tutti”. Sulla pronuncia Agcom: “Faremo proposte a tempo debito”. Intanto l’assemblea dei soci conferma Bolloré presidente, il figlio Yannick cooptato nel board

Pubblicato il 26 Apr 2017

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La riconferma di Vincent Bolloré come presidente di Vivendi. La cooptazione del figlio Yannick nel consiglio di sorveglianza. La distribuzione dei dividendi 2016. E un chiarimento approfondito sul ruolo di Mediaset e Telecom nella strategia italiana del gruppo. Sono queste le novità e i temi che hanno animato l’assemblea degli azionisti di Vivendi, andata in scena ieri alla presenza del 63% del capitale avente diritto di voto.

Le decisioni dell’assemblea – Bolloré, il cui gruppo detiene il 20,65% del capitale e il 29,84% dei diritti di voto di Vivendi, è stato confermato al timone della compagnia in qualità di presidente dal consiglio di sorveglianza, riunitosi al termine dell’assemblea dei soci. Quest’ultima, nonostante l’opposizione dei proxi advisor Iss e Proxinvest su alcuni punti, ha approvato tutte e 25 le risoluzioni proposte. Tra queste l’ingresso nel consiglio di amministrazione della società francese di Yannick Bolloré, figlio del finanziere bretone allla guida della compagnia pubblicitaria Havas (controllata al 60% da Vivendi) e già membro del consiglio di sorveglianza; l’approvazione dei conti 2016 e della distribuzione di un dividendo da 0,40 euro per azione a partire dal 4 maggio 2017; le remunerazioni dei top manager del gruppo tra cui quella del ceo Arnaud de Puyfontaine.

Italia-Francia, “grande amicizia” – L’assemblea degli azionisti è stata naturalmente l’occasione per affrontare gli ultimi sviluppi dei piani italiani di Vivendi. Parlando con i cronisti dopo la riunione, de Puyfontaine si è soffermato sui rapporti economici che legano Italia e Francia, evocando alcuni esempi riusciti (StxFincantieri, LuxotticaEssilor, MondadoriEmap), parlando di “grande amicizia” tra i due Paesi. “Gli investimenti italiani sono benvenuti in Francia, non dubitiamo che accada il contrario quando i francesi investono in Italia”, ha spiegato il ceo di Vivendi rivelando di aver incontrato nelle scorse settimane il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda (“competente e preparato”), e anche altri membri dell’esecutivo. Ma non il premier Paolo Gentiloni.

La vicenda Mediaset – “Siamo dispiaciuti per come è iniziata – ha dichiarato de Puyfontaine parlando del caso Mediaset -. Ora c’è un disaccordo e non abbiamo ancora trovato la giusta soluzione. Siamo determinati a far valere le nostre ragioni. L’obiettivo è creare contenuti latini a forte valore e il meglio deve ancora venire”. L’amministratore delegato di Vivendi ha sottolineato che “costruire è nell’interesse di tutti costruire, ma bisogna essere in due a ballare il tango: io sono pragmatico e penso che Vivendi non ha affatto compiuto attacchi in Italia”, aggiungendo che comunque “non ci sono battute d’arresto” in Italia. La pronuncia dell’Agcom, che obbliga Vivendi a scegliere fra le due partecipazioni in Mediaset e Telecom, potrebbe rallentare le strategie italiane dei francesi. Rispetto al provvedimento dell’authority, de Puyfontaine ha annunciato che Vivendi “farà qualche proposta sulle misure di rimedio a tempo debito”, anche se questo non escluderà il ricorso. C’è poi l’ipotesi di aggiotaggio su cui sta indagando la procura di Milano dopo la salita di Vivendi in Mediaset, che il ceo la definisce “un’accusa totalmente infondata e illegittima”.

Sulla possibilità che Vivendi e Premium possano tornare all’accordo originale, che prevedeva il passaggio della pay tv Premium ai francesi e uno scambio di partecipazioni nella misura del 3,5%, de Puyfontaine ha risposto che “nell’ultimo anno sono successe molte cose, il tempo giudicherà”, spiegando inoltre che Vivendi ha comprato capitale in Mediaset “perché convinta che ha senso nella nostra strategia e per aumentare la probabilità di successo”. Nonostante le difficili relazioni fra i due gruppi, Vivendi punta a instaurare con la compagnia della famiglia Berlusconi una relazione “perenne”. Anche le parole di Vincent Bolloré sulla pronuncia dell’Agcom lasciano presagire la volontà di trovare una soluzione: “La legge Gasparri dice che non possiamo avere due società, Mediaset e Telecom. Non abbiamo capito come potremmo assumere il controllo di Mediaset che è controllata dalla famiglia Berlusconi. Ci adatteremo chiaramente a tutto quello che ci viene richiesta

Telecom “strategica a lungo termine” – L’ambizione di Vivendi in Italia non si ferma certo a Mediaset. L’Ad de Puyfontaine, sportando le discussioni su Telecom Italia, ha sottolineato che l’intenzione di Vivendi è sempre la stessa: puntare sulla creazione e la distribuzione di contenuti. “Vivendi vuole essere parte integrante di Telecom Italia – ha specificato -. La presenza in Telecom Italia è funzionale alla nostra strategia, di cui uno dei pilastri è diventare i leader dei contenuti latini“. Per questo motivo, ha aggiunto l’Ad che è anche vicepresidente della compagnia telefonica. “abbiamo investito in Telecom, il primo operatore in Italia e tra i principali in Europa che ha un bacino di 32 milioni di potenziali utenti telefonici”. Sulla presidenza di Tim “deciderà il cda che si terrà dopo l’assemblea della società il prossimo 4 maggio, ho letto molto”, ha dichiarato de Puyfontaine che tra l’altro è fra i candidati a sedere sulla poltrona del presidente.

Orange-Havas, fra partnership e integrazioni – Vivendi e Orange stanno avendo solo discussioni commerciali, come spiegato dal presidente e primo azionista di Vivendi, Vincent Bolloré. Parlando all’assemblea degli azionisti, a proposito dei contatti in corso per una partnership con l’ex-France Telecom su Canal +, Bolloré ha anche indicato di sperare che Canal+ Francia, che ha avuto un 2016 molto difficile, si riprenda a partire dal terzo trimestre di quest’anno. Il ceo di Vivendi, Arnaud de Puyfontaine, rispondendo alle domande degli azionisti, ha definito “pertinente” nell’ambito di una visione strategica a termine un’integrazione con Havas, la controllata del gruppo Bolloré nella pubblicità.

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