Vivendi ha avviato uno studio interno di fattibilità per procedere al meglio verso lo spin off di Sfr, l’operatore di telefonia mobile controllato dal gruppo media sul mercato francese. Lo scrive il Wall Street Journal, aggiungendo che l’obiettivo di Vivendi è lo scorporo dell’operatore mobile senza provocare il taglio del rating e la flessione delle quotazioni societarie. Secondo fonti informate l’operazione potrebbe diventare di attualità nell’autunno del 2014. “Lo scorporo di Sfr potrebbe probabilmente creare valore”, ha detto il Cfo di Vivendi Philippe Capron la scorsa settimana, dopo la cessione delle quote detenute da Vivendi in Activision Blizzard. Capron ha inoltre aggiunto che il possibile spin off di Sfr potrebbe essere preso in considerazione dal consiglio “a tempo debito”.
Dopo un anno di ritardi e ripensamenti, Vivendi si trova nel bel mezzo di un cambiamento sostanziale del suo business. L’obiettivo è rifocalizzare le attività sul settore dei media e dell’entertainment, dove controlla Universal Music Group e la pay tv francese Canal Plus, e uscire dal business della telefonia mobile.
In questo senso, la settimana scorsa Vivendi ha chiuso due operazioni di peso, intavolando negoziati esclusivi con l’operatore di Abu Dhabi Etisalat per la cessione del 53% di Maroc Telecom sulla base di 4,2 miliardi di euro e l’accordo per la cessione del 49% nel produttore di videogame Activision Blizzard per 8,2 miliardi di dollari ad un consorzio di investitori guidato dal ceo di Activision Bobby Kotick.
La cessione delle quote detenute in Maroc Telecom da parte di Vivendi è in ballo almeno dallo scorso mese di ottobre. Il primo azonista del gruppo Vincent Bollorè (nella foto) spinge sulla cessione degli asset tlc per concentrarsi sul polo dei media: Canal+ e la casa discografica Universal. Sulle attività tlc di Vivendi pesa la concorrenza della low cost Free Mobile.
Il gruppo francese ha annunciato non più tardi di venerdì scorso la cessione per 8,2 miliardi di dollari del 49% detenuto in Activision Blizzard, il produttore di videogame per computer, famoso per titoli come “Call of Duty” e “World of Warcraft”. La maggioranza delle quote, pari a 429 milioni di azioni, sarà riacquistata dalla stessa Activision Blizzard al prezzo di 13,60 dollari per azione. Un altro pacchetto di 172 milioni di azioni sarà rilevato da un consorzio di investitori (Asac II LP) che annovera fra gli investitori il Ceo di Activision Bobby Cotick e il co-chairman Brian Kelly.
Vivendi ad oggi detiene il 61,1% di Activision Blizzard, pari a 684 milioni di azioni. Al completamento della cessione, il gruppo media francese manterrà una quota di minoranza del 12%, con un impegno di lock-up di di almeno 15 mesi. Asac II LP diventerà il primo azionista con una quota del 24,9% del capitale.
Vivendi intende usare parte dei proventi della vendita per rafforzare la sua posizione finanziaria e confermare il rating BBB/Baa2. Un’altra parte dei proventi sarà destinata a investimenti che saranno decisi dal cda. L’operazione, che dovrebbe chiudersi entro settembre, è stata approvata all’unanimità dal supervisory board e dal cda di Vivendi.
Vivendi sta infine valutando l’opportunità di rimettere all’asta l’operatore brasiliano Gvt, operazione sospesa lo scorso mese di marzo per mancanza di offerte valide.