STRATEGIE

Vivendi: “Restiamo saldi in Tim. Gubitosi sta facendo bene”

L’Ad Arnauld de Puyfontaine conferma il ruolo della società francese – che detiene la maggioranza della telco con il 23,9% – in qualità di “azionista industriale di lungo termine”. Intanto si fa strada la lussemburghese Partners Telecom: con il 2,987% è ora il quarto azionista. Elliott scende al 6,9%

Pubblicato il 21 Apr 2020

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In Italia, il nostro obiettivo rimane invariato: assicurare il successo di Telecom Italia e il suo sviluppo, e creare forti legami nel campo dei contenuti e dei media nel Paese”: è quanto ha detto Arnauld de Puyfontaine, Ad di Vivendi in occasione della presentazione dei 30 punti all’odg dell’Assemblea dei soci chiamata fra l’altro all’approvazione del bilancio (i conti del primo trimestre vedono ricavi in crescita dell’11,9% a 3,87 miliardi) del dividendo (di 0,60 euro per azione per l’esercizio 2019) e del rinnovo dei membri del Consiglio di Vigilanza.

Azionista di maggioranza di Tim con il 23,9%, la compagna francese continua dunque a “sostenere” la telco italiana. “Negli ultimi mesi abbiamo stabilito un rapporto regolare all’interno del Cda con l’evoluzione della sua governance e sosteniamo i numerosi sviluppi positivi avviati sotto la guida di Luigi Gubitosi”, ha detto ancora de Puyfontaine. “E siamo lieti di essere percepiti oggi, come dovrebbe essere, da tutti gli stakeholder italiani come un azionista industriale di lungo termine“.

La lunga riunione fiume “a distanza” è stata occasione anche per comunicare che la lussemburghese Partners Telecom, già in passato in possesso di azioni Tim, ha raggiunto – è quanto emerge dalle comunicazioni Consob – una quota del 2,987% divenendo di fatto il quarto socio dopo Vivendi (23,9%), Cdp (9,8%) ed Elliott (sceso il mese scorso dal 9,7 al 6,9%). Sul futuro le incertezze non mancano, ma la vede positivamente Mediobanca Securities: “Riteniamo che gli operatori di telecomunicazioni europei e le loro infrastrutture passive possano svolgere un ruolo chiave nell’aiutare i cittadini per contrastare l’epidemia e le tlc in Europa continueranno a sovraperformare il mercato. L’aumento dei volumi potrebbe continuare, c’è una rapida accelerazione verso il digitale che rappresenterà una nuova normalità”. Restano invece sullo sfondo le discussioni con Mediaset sul progetto Mediaforeurope.

Riguardo al dividendo (payout di circa il 25%) non tutte le voci si dicono concordi: se Iss e Glass Lewis lo ritengono accettabile e non evidenziano alcun motivo di preoccupazione, ben diversa la posizione del Coordinamento dei quadri (Cnq) – costituito da un gruppo di azionisti/dipendenti che cubano circa 5mila azioni- che si presenterà in Assemblea per dire no alla cedola invitando l’azienda – come stanno facendo molte altre realtà in questa difficile fase legate all’emergenza Coronavirus – a destinare la cifra ad investimenti, preferibilmente in servizi innovativi.

Intanto i soci hanno rinnovato il mandato di Yannick Bolloré come membro del Consiglio di Sorveglianza per altri quattro anni. Il Consiglio riunitosi al termine dell’assise ha a sua volta confermato Bolloré come presidente. Vivendi chiude il primo trimestre dell’anno con i ricavi in crescita. Universal Music Group registra una forte crescita, pari al 17,8%, a quota 1,769 miliardi. Canal+ cresce del 9,6% a 1,372 miliardi, guidata dall’estero. “I ricavi consolidati di Vivendi per il primo trimestre 2020 sono stati poco impattati dalla crisi di Covid-19”, spiega il gruppo, sottolineando che “prestazioni variabili sono state tuttavia osservati da alcune attività a marzo, in particolare il gruppo Havas, Editis e Vivendi Village.

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