Appelli alla Consob per fare chiarezza su quanto è successo nelle ultime settimane in Telecom Italia: la richiesta arriva dall’Asati, l’associazione dei piccoli azionisti della società telefonica, ma anche da Scelta Civica.
In particolare, Asati chiede a Consob “informativa e chiarimenti in merito alle attività di vigilanza e di controllo in corso su quanto accaduto nel cda di Telecom lo scorso 5 novembre”, anche sulla base della trascrizione delle registrazioni audio della riunione Si tratta del consiglio di amministrazione che ha votato la proposta di convertire le azioni di risparmio in ordinarie.della società guidata da Giuseppe Recchi e Marco Patuano.
L’associazione presieduta da Franco Lombardi chiede di fare luce anche sulle attività “preliminari e successive, al fine di verificare se le modalità che hanno e stanno accompagnando l’intera vicenda possano aver leso (o ledere) gli interessi degli azionisti di minoranza, anche attraverso attività potenzialmente correlate e provocate da parte dei nuovi azionisti di controllo (attuali o potenziali), o da soggetti legati all’ex azionista Telco che ha espresso i 4/5 dell’attuale consiglio e che quindi potrebbe avere ancora un possibile interesse nel mantenimento dello status quo”. Si chiede inoltre uno “stretto monitoraggio” dell’assemblea di Telecom Italia convocata per martedì prossimo.
Per Asati, “le dichiarazioni di Vivendi sulla non “legittimità”, quanto meno sostanziale (se non formale) di un cda ormai del tutto disallineato con l’azionariato (essendo formato per 4/5 da membri nominati da Telco) rinforzano le preoccupazioni di operazioni che non avvengono in trasparenza e nell’interesse della Società”.
Inoltre “la concomitanza dell’annunciata astensione di Vivendi con il progressivo espandersi del fronte del “no” alle richieste della stessa Vivendi di veder allargato il cda con quattro esponenti di sua fiducia, è troppo stringente per non essere messa in correlazione”.
Secondo Asati, la scelta di Vivendi di astenersi sulla conversione potrebbe creare nei prossimi giorni “forti ripercussioni negative per l’andamento del titolo, sia ordinario sia di risparmio, favorendo anche fenomeni speculativi soprattutto sulle azioni di risparmio a favore delle azioni ordinarie detenute tra l’altro nel 20,14% da Vivendi e in forma potenziale però sempre in eventuale beneficio da parte di Xavier Niel”.
La Consob è chiamata in causa anche da Scelta Civica che chiede di “accendere immediatamente un faro” sulla prossima assemblea di Telecom Italia. “Il gruppo francese Vivendi, che per oltre un mese ha fatto sapere al mercato che non si sarebbe opposto alla fusione, ha improvvisamente cambiato idea. È del tutto evidente che partecipare con il 20% del capitale a un’assemblea in cui si è iscritto al voto il 55% delle azioni e servono i due terzi per approvare la delibera, astenersi equivale a votare contro. E la decisione di Vivendi di partecipare e astenersi è arrivata solo dopo che è stato reso noto il numero degli iscritti al voto”, si legge in una nota.
“Da quando è stata annunciata, l’operazione è stata data sostanzialmente per fatta dal mercato, come dimostra anche l’andamento dei titoli che ha azzerato lo spread tra risparmio e ordinarie. È evidente che se Vivendi avesse annunciato prima l’astensione, anziché’ dichiarare l’intenzione di non opporsi, l’andamento avrebbe potuto essere molto diverso – accusa Scelta Civica – Consob deve esaminare subito la questione per verificare se esistano violazioni delle norme a tutela del mercato e dei risparmiatori che hanno investito nei titoli di risparmio assumendo che la conversione sarebbe andata in porto”.