Vivendi ha chiuso il secondo trimestre con un utile netto in crescita, ma solo grazie ad attività cedute tra luglio e agosto, a dimostrazione delle difficoltà che deve affrontare il conglomerato transalpino in un momento di ridimensionamento del suo perimetro operativo. La società parigina, che ha deciso di ridurre la sua presenza nel settore delle telecomunicazioni per ridurre il debito e concentrarsi sulle attività dell’entertainment, ha siglato nel corso dell’estate due accordi, con relativi proventi per 14 miliardi di dollari, per cedere la partecipazione detenuta nell’operatore africano Maroc Telecom e nel produttore di videogame statunitense Activision Blizzard.
Tuttavia Vivendi è stata penalizzata nel trimestre dai risultati della controllata francese Sfr, il che dimostra ancora una volta le difficoltà che l’azienda potrebbe affrontare nella prossima grande operazione di ristrutturazione, ossia lo scorporo proprio dell’operatore di telefonia mobile. Nel secondo trimestre Sfr, principale fonte di ricavi e utili di Vivendi, ha infatti subito un calo dell’Ebitda del 16% a 768 milioni di euro.
Nel complesso, il gruppo ha registrato un utile netto in aumento del 7,5% a/a a 501 milioni di euro grazie a Maroc Telecom e a Activision, mentre l’utile operativo rettificato, che comprende le attività ancora in portafoglio, è sceso del 20% a 762 milioni a causa principalmente delle performance di Sfr. Il fatturato è diminuito dello 0,5% a 5,43 miliardi con i ricavi delle società dei media, Universal Music Group e Canal Plus, in crescita del 13% ma non abbastanza da compensare il calo dell’11% subito dall’operatore di telefonia mobile. “E’ vero che stiamo vendendo due buoni asset, ma la nostra trasformazione è ancora in corso e pertanto i risultati sono ancora da vedere”, ha ammesso il direttore finanziario Philippe Capron.