“Nell’arco dei prossimi due anni investiremo la più grossa cifra mai impiegata nella storia del nostro gruppo, 19 miliardi di sterline (poco più di 27 miliardi di euro), tra rete in fibra, infrastrutture 3G e 4G, distribuzione, convergenza fisso-mobile e, naturalmente, sulla clientela aziendale, dove siamo il quinto gruppo del mondo, nonché sui mercati emergenti”.
Lo afferma Vittorio Colao, ceo di Vodafone, in un’intervista a Cnbc.
“Andremo avanti con la strategia illustrata nel nostro piano industriale, quindi proseguiremo a investire sulle reti 3G e 4G. Abbiamo investito sulla fibra acquistando Kabel Deutschland, così come stiamo investendo in Italia, Spagna e Portogallo. Ma prenderemo in considerazione qualsiasi opportunità che si possa presentare per avvicinarci all’obiettivo di creare una compagnia più grande, una sorta di Unilever delle tlc, ovvero un gruppo in grado di offrire servizi di telefonia fissa e mobile, servizi alle imprese e intrattenimento”, ha continuato Colao.
Poi il Ceo di Vodafone si è espresso sul ruolo dei regolatori nel consolidamento del mercato: “(…) L’esperienza degli Stati Uniti e dell’estremo oriente indica che è cruciale consentire agli operatori di investire risorse importanti. Il consolidamento è uno dei modi per poter fare questo. E’ quindi molto importante che il regolatore europeo guardi alle aggregazioni come a un’opportunità per un rafforzamento del settore, magari per un’assegnazione più equilibrata delle frequenze, lasciando operare le forze del mercato, e non come un motivo per introdurre ulteriori limitazioni e vincoli”.
“Attualmente – ha concluso Colao – la nostra quota di mercato è tra il 16 e il 17% del mercato globale delle telecomunicazioni e abbiamo la possibilità di arrivare al 20-21%, e anche al 24%. Poi, se qualcuno può dimostrare di avere una strategia o delle idee migliori sull’impego di questi asset rientra tra i miei doveri quello di ascoltarlo e confrontare le possibili alternative. Ma in ogni caso abbiamo in programma di investire circa 30 miliardi di dollari. Non lo faremmo se non fossimo convinti che Vodafone ha un grande futuro”
