Una “tassa” su Google e tutti i fornitori di contenuti di
Internet che usano le reti delle aziende telecom: questa la
proposta di Vodafone, che ha chiesto all’Ue di agevolare un
accordo bilaterale tra gli operatori di telecomunicazioni e i gli
online content provider. In particolare, Vodafone vuole che gli
operatori telecom abbiano la possibilità di far pagare ai
fornitori di contenuti su Internet tariffe variabili a seconda
della qualità di rete che desiderano.
Secondo quanto si legge sul quotidiano spagnolo Expansion, il
presidente di Vodafone Spain Francisco Roman ha spiegato che gli
operatori investono grandi quantità di denaro ogni anno nello
sviluppo delle reti usate dai loro clienti e questi devono pagare
per i servizi in base all’uso che ne fanno. Se Google non vuole
versare la sua quota, dovranno farlo gli utenti finali.
Il problema, ha continuato Roman, è che oggi circa il 20% degli
navigatori di Internet è responsabile di quasi l’80% del
traffico. Mantenere un sistema in cui tutti pagano la stessa
tariffa, indipendentemente dal consumo che fanno della rete,
finirà col produrre un collasso della rete stessa.
Vodafone sta mettendo a punto gli ultimi dettagli del documento che
presenterà nei prossimi giorni a una consultazione pubblica sulla
network neutrality avviata dal commissario Ue all’Information
society Neelie Kroes. Nel documento Vodafone sosterrà il diritto
degli operatori europei di far pagare agli online content provider
una tariffa extra. Vodafone fa presente che gli operatori telecom
già hanno accordi del genere con i loro utenti finali: per esempio
Vodafone ha iniziato a offrire un sistema di mobile broadband che
consente una navigazione più veloce a chi paga di più. L’idea
del gruppo britannico è di implementare lo stesso sistema di
gestione del network, con prezzi variabili per diverse qualità del
servizio, verso i colossi di Internet come Google, Yahoo o
Microsoft.
Il dibattito sulla cosiddetta “Google tax” è iniziato a
febbraio, quando il presidente di Telefonica Cesar Alierta aveva
fatto sapere che l'operatore stava pensando di far pagare
l’accesso e l’uso dei suoi network ai motori di ricerca di
Internet. Questi, aveva spiegato Alierta, "usano le reti di
Telefonica senza pagare niente, comodo per loro e molto dannoso per
noi. La situazione deve cambiare: è Telefonica che realizza le
reti, fornisce i sistemi, si occupa del customer care,
dell’installazione e di tutto il resto”.