In base a nuove disposizioni che riguardano il mercato delle telecomunicazioni in India diffuse la settimana scorsa, Vodafone è chiamata a disfarsi della sua partecipazione indiretta del 4,4%, per un valore di circa un miliardo di dollari, in Barthi Airtel, primo operatore mobile indiano. Lo scrive l’agenzia di stampa Pti. Barthi Airtel detiene un market share del 30% nel settore mobile indiano per ricavi, a fronte del 22% detenuto dalla stessa Vodafone India. Le nuove disposizioni rese pubbliche la settimana scorsa dal governo di New Delhi vietano partecipazioni incrociate fra competitor alle società che detengono quote superiori al 10% in un operatore.
Inoltre, in base alla nuova regolamentazione, nessuna compagnia che vuole gestire licenze telefoniche in India può detenere partecipazioni, dirette o indirette, in operatori concorrenti nelle 22 aree di servizi in cui è diviso il territorio indiano. Vodafone India e Barthi Airtel al contrario sono concorrenti in tutte e 22 le aree di servizio del paese.
Le disposizioni fatte conoscere venerdì implicano anche che la fase di transizione e adeguamento può durare un anno dal momento della concessione di una nuova licenza. La multinazionale britannica Vodafone, da cui dipende Vodafone India, controlla il pacchetto di azioni di Barthi Airtel da molti anni, senza che questo avesse finora suscitato problemi.
Venerdì scorso il governo indiano ha dato il via libera definitivo ad un provvedimento che permette ad investitori stranieri di controllare al 100% (rispetto all’attuale 74%) le compagnie operanti in India nel settore delle telecomunicazioni. Lo scrive l’agenzia di stampa Pti. La misura mira a facilitare l’ingresso di valuta pregiata in un settore in espansione che ha bisogno di consistenti investimenti. Il provvedimento è quindi finalizzato a semplificare l’ingresso di aziende straniere sul mercato indiano, non solo quello delle tlc ma anche la presenza di multinazionali come Tesco e Walmart. Il provvedimento vale per tutti gli investimenti stranieri in infrastrutture, ad esempio anche nel settore petrolifero. Fra gli operatori mobili interessati dal provvedimento oltre a Vodafone c’è anche ad esempio Telenor.