Vodafone: “Nessuna delocalizzazione. In Italia investiamo 1 miliardo l’anno”

La società guidata da Bertoluzzo replica alla Slc Cgil che ieri ha acceso i riflettori sulle presunte intenzioni dell’azienda di puntare su Albania e Romania a scapito del nostro mercato. “Dichiarazioni pretestuose. Nel solo 2010 creati 1000 nuovi posti di lavoro”

Pubblicato il 20 Gen 2011

“Vodafone ritiene pretestuose e infondate le dichiarazioni
sindacali”. Con queste parole la società smentisce la Slc Cgil
secondo cui la società avrebbe avuto intenzione di delocalizzare
le attività di customer care in Romania e Albania. “L’azienda
– precisa ancora Vodafone – investe un miliardo l’anno in
Italia e nel solo 2010 ha creato circa 1000 posti di lavoro".
Il gruppo guidato in Italia da Paolo Bertoluzzo ricorda i numeri
dei suoi dipendenti: "8.000 persone in Italia, di cui 3000
professionisti che lavorano in 8 centri di competenza di Vodafone
che si occupano del servizio al cliente, e con un indotto di altre
7000 persone in Italia presso diversi partner che lavorano per
Vodafone sulla gestione del cliente".
"Alcuni partner, nell’ambito della loro autonomia
imprenditoriale – conclude la società – gestiscono all’estero
attività marginali irrilevanti rispetto all’investimento
complessivo nel servizio al cliente da parte di Vodafone, nel pieno
rispetto delle leggi italiane e degli standard aziendali in materia
di privacy di cui Vodafone rimane garante".

In una nota diffusa ieri la Slc Cgil chiedeva a Vodafone di
smentire “il progetto di delocalizzazione”.

“Sempre di più i responsabili delle attività di customer care
di Vodafone Italia vanno dichiarando esplicitamente ai propri
dipendenti che l’azienda ha avviato un progetto di
delocalizzazione delle attività a minor valore verso call center
rumeni e albanesi, in particolare l’assistenza telefonica di
front end – prosegue la nota – Inoltre a noi ci risulta che, già
da mesi, Vodafone direttamente, o tramite i propri outsourcer
italiani, ha delocalizzato parte delle attività di back office,
cioè le pratiche amministrative. Vodafone deve fare chiarezza e
dichiarare quello che realmente intende fare, assumendosi tutte le
proprie responsabilità”.

“Ci troviamo di fronte ad un’azienda dagli utili stratosferici,
che sta distruggendo lavoro nel nostro Paese con evidenti rischi
anche sul piano della tutela della privacy. Chi controlla infatti
il corretto utilizzo dei dati sensibili, dal traffico telefonico
alle coordinate bancarie di milioni di clienti italiani? Cosa
impedisce che anche i clienti Vodafone non finiscano nel traffico
illegale internazionale di dati?”.
“Da più di un anno come Slc-Cgil denunciamo quanto la
delocalizzazione delle attività di call center da parte di
Vodafone, Wind, Sky, H3G, Telecom, Alitalia, ecc. stia distruggendo
migliaia di posti lavoro nel nostro Paese, alimentando una forma di
dumping perversa che fa della competizione sul costo e non della
qualità la bussola per erogare servizi ai clienti Tlc”.

“Confindustria, Governo e le diverse grandi aziende – conclude
Slc Cgil – non possono continuare a far finta di nulla, di fronte
magari a pochi milioni di euro di risparmio su bilanci
multimiliardari che si traducono però in disoccupazione o ricorso
agli ammortizzatori sociali per migliaia di ragazze e ragazzi”.

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