Il gruppo Vodafone ha acquistato il 72,7% della società telefonica greca Hellas Online per 72,7 milioni di euro e intende fare un’offerta per il resto delle quote azionarie della company.
Come spiega in un comunicato, Vodafone già possedeva il 18,5% della società con sede ad Atene, provider di broadband e telefonia fissa, perciò a questo punto ne detiene il 91,2%.
L’azienda sta espandendo le sue offerte broadband in tutta Europa, mentre il Ceo Vittorio Colao sta scommettendo sulla diffusione di bundled mobile e servizi fissi.
L’acquisizione di Hellas dovrebbe contribuire a migliorare la posizione di Vodafone nel Sud Europa, dove i ricavi da servizi sono scesi del 26% nell’ultimo anno fiscale terminato a marzo.
Vodafone ha acquisito le azioni dal gruppo Intracom e da World Equities Investments. Il deal dà a Hellas Online un valore in equity di 311 milioni di euro, debito incluso. I regolatori devono ancora approvare l’accordo.
Vodafone ha effettuato simili acquisizioni in Germania e Spagna e si è impegnata a spendere 19 miliardi di sterline per migliorare la sua rete nei prossimi due anni.
A marzo scorso la società di tlc Britannica ha acquistato Grupo Corporativo Ono per 7,5 miliardi di euro, incluso il debito, e Kabel Deutschland Holding l’anno scorso per 10,5 miliardi di euro.
L’acquisizione della società greca renderà il gruppo inglese la seconda compagnia telefonica integrata più grande della Grecia per ricavi.
Alla fine dello scorso anno Hellas Online contava circa 519mila clienti, con entrate che nel 2013 hanno toccato i 224,2 milioni di euro.
Intanto le azioni di Vodafone oggi alla Borsa di Londra sono salite a seguito di voci che riemergono su At&T che starebbe preparando un’offerta per l’acquisizione della società britannica. Già lo scorso gennaio At&t aveva emesso un comunicato rivolto al London Stock Exchange negando le voci secondo cui sarebbe stata imminente una sua offerta di acquisto. Quel comunicato bloccava ufficialmente qualsiasi tentativo dell’azienda americana di comprare Vodafone per un periodo di sei mesi, ma adesso che questo tempo è scaduto, l’operatore statunitense è in teoria libero di fare una nuova offerta all’omologo inglese.