Si è fermato alle 15.38 di ieri, dopo 38 minuti, il martello del banditore d’asta Claude Augutte a Parigi: il primo sms al mondo ha ora un nuovo proprietario. Un offerente anonimo si è infatti aggiudicato per 107.000 euro la replica dettagliata e unica del protocollo di comunicazione originale che ha trasmesso il primo short message service mai inviato. Vodafone, che ha messo all’asta come token non fungibile (Nft) l’sms, donerà il ricavato all’Agenzia delle Nazioni unite per i rifugiati (Unhcr).
Il messaggio di 15 lettere con l’augurio “Merry Christmas” (Buon Natale) venne trasmesso attraverso la rete Vodafone il 3 dicembre 1992 e fu ricevuto dal dipendente Vodafone Richard Jarvis a una festa di Natale. L’sms è stato messo all’asta come token non fungibile in una vendita unica organizzata dalla casa d’aste Aguttes in Francia. Secondo le regole stabilite, all’acquirente è stata offerta la possibilità di pagare con la criptovaluta Ether.
Un momento decisivo nella storia delle comunicazioni mobili
La trasmissione del breve messaggio di testo, quasi tre decenni fa, è stato un momento decisivo nella storia delle comunicazioni mobili. Nel 1999, sette anni dopo l’invio del primo sms, è stato possibile estendere la nuova tecnologia a più reti, accelerandone così l’utilizzo e la popolarità.
“Il primo libro stampato, la prima telefonata, la prima email: tutte queste invenzioni hanno cambiato la nostra vita e la nostra comunicazione nel mondo. Questo primo sms ricevuto nel 1992 – aveva commentato Maximilien Aguttes, della casa d’aste francese, alla presentazione dell’iniziativa – è una testimonianza storica del progresso umano e tecnologico. Ha trasmesso un messaggio di gioia, ‘Buon Natale’“.
“La tecnologia ha sempre avuto il potere di innovare e cambiare il mondo – aveva aggiunto Christian Schaake, head of Unhcr Private sector partnerships service –. Attraverso questa combinazione di tecnologia innovativa e movimento per il bene sociale, l’Unhcr può continuare ad aiutare i rifugiati e le persone che sono state costrette a lasciare la loro casa, dando l’opportunità di trasformare le loro vite e costruire un futuro migliore per sé stessi, i loro cari e le comunità in cui vivono”.