"Un paio di recenti casi giudiziari mettono in evidenza come
si voglia far di tutto per conservare all'Italia la sua
reputazione di casino legale". Il Wall Street Journal dà voce
al direttore generale dell'Istituto Bruno Leoni, Alberto
Mingardi, il quale fa il punto in particolare sulle vicende che
hanno coinvolto Telecom Italia Sparkle e Fastweb e sulle modalità
di gestione dei casi.
"Le società sono state tenute nel limbo per cinque settimane
sotto la spada di Damocle del commissariamento", sottolinea
Mingardi che parla di "una quaresima di passione"
considerata che la decisione dei giudici è arrivata a ridosso
della Pasqua. "Commissariare un business privato quale misura
preventiva sarebbe impossibile in altri Paesi europei come la
Germania o la Francia", aggiunge Mingardi.
Il direttore generale di Ibl si chiede "che impressione possa
aver lasciato il nostro sistema legale sugli austeri svizzeri"
(proprietari di Fastweb). E l'autosospensione dell'Ad
Stefano Parisi "prima che ogni responsabilità fosse provata
da una Corte" è l'ennesimo modus all'italiana,
sostiene Mingardi. "Assicurare i criminali alla giustizia è
il dovere primario di un sistema giudiziario, ma lo è anche
verificare le reali responsabilità velocemente e in modo da
ispirare fiducia".
Il rischio per l'Italia, oltre che sull'immagine, è
soprattutto sugli investimenti esteri. Mingardi ricorda che tra il
2003 e il 2007, in media, gli investimenti esteri diretti nel
nostro paese siano risultati pari all'1,44% del Pil, contro il
4,03 del resto dell'Eurozona. E osserva che in base agli
indicatori della Banca Mondiale, l'Italia è al venticinquesimo
posto sui 30 Paesi Ocse per qualità regolamentare e al
ventottesimo per governo del diritto.