Come è andata la pubblicità sul web nei primi sei mesi del 2014? Price Waterhouse,nel Report Iab internet advertising revenue report ce lo dice: è andata molto bene. Con oltre 23 miliardi di dollari è cresciuta del 15% rispetto allo stesso periodo del 2013. L’andamento nel corso del 2014 è in forte crescita. Siamo sotto i tassi di crescita degli anni a cavallo del secolo, ma il confronto richiede un ragionamento: allora nel 2000 e 2001 la dimensione era 5-6 volte più ridotta rispetto a oggi. Anche rispetto alla crisi del 2008 la dimensione è già raddoppiata. Questa crescita dell’advertising sul web si accompagna – il nesso causale è bidirezionale cioè lega crescita della domanda a crescita dell’offerta e viceversa come accade tipicamente nelle fasi caratterizzate da elevata innovazione – ad una imponente attività di investimenti. A sua volta quest’ultima è trainata dal rendimento degli investimenti azionari, che in termini di quotazioni dal 2012 all’inizio del 2014 (febbraio) hanno manifestato una crescita più che doppia (+75%) della pur cospicua crescita del Dow Jones (+32%) . Per settori, la parte del leone spetta ai cosidetti Internet Titans (+144%) seguiti dall’e-Commerce (+110%), mentre il Digital Marketing ha sofferto una contrazione del 26%.
Ecco i campioni con valori in miliardi di dollari a ottobre 2014 e tra parentesi l’incremento rispetto al 2008:
Google 362 (+56%), Alibaba 211 (-), Facebook 203 (-), Amazon 141 (230 %), e-Bay 62 (51%), Yahoo 38 (63%). Due delle sei maggiori aziende sono nate dopo il 2008, cioè dopo la crisi, o non erano quotate. Questo dinamismo degli investitori è confermato dal valore delle Initial Public Offering (Ipo), risalito dopo il 2009 da 106 miliardi di dollari a 137 nel 2013: probabilmente si assesterà ad un livello più elevato a fine 2014. Interessante notare che l’Europa sembra risvegliarsi, dopo anni di dominio dell’East Asia e degli Stati Uniti, e potrebbe perfino essere l’area più dinamica a fine 2014.
Negli Usa dal 2012 al 2014 la quota del Digital Display Advertising è cresciuta da 15 a 20 e raggiungerà i 30 miliardi nel 2017. Al suo interno la quota aggiudicata tramite Real Time Bidding (Rtb) salirà dal 13% del 2012 al 29% del 2017. Rtb può essere uno dei fattori più innovativi nelle strategie della grandi agenzie, esso consente di fare, in millesimi di secondo, aste tra gli offerenti di ad sul browser dell’utente, in modo che appaia -per fare un esempio- la pubblicità veicolata dal Corriere delle Comunicazioni, e non quella del New York Times, perché all’agenzia Gildo Campesato offre più di Dean Baquet…Come si vede, un vero terremoto digitale.