Nuova bufera sul registro installatori per reti e impianti Wi-Fi, che impone alle aziende di chiamare un installatore iscritto al registro per realizzare un semplice impianto Wi-Fi con più di 24 punti di accesso. Pomo della discordia, oggi, è la sanzione di 30mila euro, comminata lo scorso 15 marzo in Sicilia dagli ispettori territoriali del Dipartimento delle Comunicazioni del Mise nei confronti del gestore di un supermercato Lidl, reo di aver montato da solo un computer di cassa nel punto vendita, collegandosi a Internet per mezzo di router e switch.
“La norma che prevede il registro degli installatori è in fase di abrogazione, faccio appello al neoministro allo Sviluppo Economico, il mio conterraneo Flavio Zanonato, al suo senso di equità e giustizia per abrogare questa norma vessatoria nei confronti delle aziende”, attacca Dino Bortolotto, presidente di Assoprovider (nella foto), che sta lavorando per preparare un’interpellanza parlamentare allo scopo di abolire le sanzioni previste per le aziende che non si affidano ad un installatore professionale per le reti W-Fi.
Motivo della sanzione, il fatto che il gestore del supermarket abbia realizzato l’impianto pur non essendo in possesso del patentino installatori, come previsto dal DM 314. Ma il provvedimento, dice Dino Bortolotto, è in fase di abrogazione. “Spero che si possa fare qualcosa per fermare questo procedimento, che è semplicemente assurdo – dice Bortolotto – gli ispettori territoriali dicono di non avere tempo sufficiente per fare cose molto più importanti, ma poi trovano il tempo per elevare una sanzione per la violazione di una legge in fase di abrogazione, ovvero il DM 314, ma applicano le sanzioni di quel Dlgs 198 per cui in Parlamento è fermo il disegno di legge che lo abroga”. Il provvedimento di abbrogazione è fermo dopo la caduta del Governo Monti, l’auspicio di Bortolotto è che il neoministro Zanonato riprenda in mano la questione.
Nel dettaglio, l’entità di 30mila euro stabilità dalla sanzione ai danni del gestore del supermarket siciliano è stata calcolata “sulla base del decreto legge 198, che prevede un minimo di 15mila euro e un massimo di 150mila euro – dice Bortolotto – e nello specifico gli ispettori hanno applicato la forma ridotta di 30mila euro, che però se non verrà pagata entro 60 giorni si trasformerà in 150mila euro di multa”.
A luglio del 2012 era stato presentato un emendamento alla legge sull’istituzione del patentino installatori, divenuto l’articolo 26 del disegno di legge 5610 della scorsa legislatura, per abrogare l’obbligo di ricorrere all’installatore abilitato per gli impanti Wi-Fi. “Prima di comminare sanzioni, gli ispettori territoriali dovrebbero quanto meno aspettare che il Parlamento si esprima – chiude Bortolotto – non penso che l’obiettivo sia quello di fare più multe possibili prima che il Parlamento li fermi”.
Già l’anno scorso, Bortolotto aveva criticato a più riprese il patentino degli installatori: “”Quando si va all’estero, Wi-Fi e nuove tecnologie sono alla portata di tutti – diceva Bortolotto – Negli Stati Uniti, che pure sono ossessionati dalla sicurezza, si ha accesso a reti Wi-Fi senza identificazione né password negli aeroporti, nelle stazioni e in quasi tutti gli esercizi commerciali (bar, ristoranti, librerie, lavanderie a gettone, ecc). La stessa cosa si sta generalizando in tutti i paese europei e asiatici. Ma in Italia combattiamo ancora con patentini e registri degli installatori”.