Seicento punti wifi gratuiti e – decreto del Fare permettendo – disponibili senza autenticazione. E’ il progetto a cui sta lavorando la Regione Emilia-Romagna che vorrebbe realizzare un hot spot ”in ogni singolo comune”, come ha spiegato il direttore generale di Lepida Gianluca Mazzini, a margine di un convegno per fare il punto sul digital divide.
I 600 punti wifi fanno parte del programma che ha portato in pochi anni il territorio emiliano-romagnolo al vertice in Italia nella diffusione delle tecnologie. Ad oggi, sotto il livello minimo di comunicazione di 2 Mega (fissato dall’Agenda digitale europea), rimangono solo alcune zone difficilmente raggiungibili, mentre il 97,4% è coperto (il 90,5% con adsl). ”Siamo un esperimento interessante anche dal punto di vista metodologico”, ha sottolineato l’assessore Alfredo Peri. In tutto, gli investimenti sono stati di 128 milioni, 54 da Lepida stessa e 74 dalla Regione. Di questi, 27,6 già utilizzati, mentre dei restanti 46, 25 provengono dallo Stato e rappresentano il 17% delle risorse nazionali stanziate dal decreto Crescita 2.0, ”un’ulteriore prova della nostra affidabilita”’, ha detto Mazzini. Entro fine 2013, inoltre, si punta a concludere la spesa dei fondi Feasr (il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale) che prevede la costruzione in fibra su 16 tratte montane con un impatto su almeno 15.000 abitanti in 40 differenti aree.
La provincia più coperta è Ferrara (98,5%, adsl all’87%), che precede Ravenna (98,4%, adsl al 91,2%) e Bologna (98%, adsl al 91,9%). Ultima in classifica Parma con il 96,3% (adsl all’87%)