Le seimila torri messe in vendita da Wind confluiscono nella newco Galata, in cui l’operatore controllato da Vimpelcom ha deciso di spostare, su base volontaria, tra 60 e 70 dei propri dipendenti. L’intenzione di Wind sarebbe quella di cedere il 90% della nuova società, mantenendo per sé il rimanente 10%.
La procedura per la valorizzazione delle torri è ormai alla fase finale: tra oggi e domani saranno aperte le buste, con l’offerta più alta che dovrebbe vedersi conferita l’esclusiva. In gara ci sono in questo momento quattro soggetti: EiTowers, Abertis, F2i insieme al fondo Usa Providence e American Tower. La vendita delle 6mila torri, secondo le stime che sono circolate nelle ultime settimane, potrebbe generare per Wind un introito compreso tra i 700 milioni e il miliardo di euro. Rispetto al trasferimento dei dipendenti sono già in corso le trattative dell’azienda con i sindacati, e un incontro è fissato per il 27 gennaio.
Non ci sono ancora notizie ufficiali, ma secondo le indiscrezioni tra i favoriti ci sarebbe Abertis, che ha in programma di inserirebbe l’operazione in un contesto più ampio, il Proyecto Galata, con il quale la società punta a quotare in borsa a Madrid la controllata Abertis Telecom, in cui potrebbero confluire le infrastrutture Wind e le 2mila torri messe in vendita da Portugal Telecom, per le quali ha presentato un’offerta.
Meno probabilità di spuntarla, secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, avrebbe l’offerta di American Tower, la società statunitense che nei mesi scorsi si era aggiudicata le torri di trasmissione di Telecom Italia in Brasile.
Ei Towers, di cui Mediaset detiene il 40%, con questa operazione potrebbe fare un importante balzo in avanti e accrescere le proprie dimensioni, arricchendo il proprio portafoglio, oggi “specializzato” in Tv, con le Tlc.
Fuori dall’asta, almeno nella fase iniziale, c’è Rai Way, che però potrebbe entrare in gioco in un secondo momento, alleandosi con il vincitore e offrendo la propria partnership come gestore. Una prospettiva che potrebbe incontrare qualche ostacolo pratico, dal momento che tutti i “pretendenti” alle torri Wind hanno una esperienza specifica nella gestione di questo genere di infrastrutture, e quindi in teoria non avrebbero necessità del know how della controllata Rai.
“L’operazione sulle torri da tempo studiata da Wind comporta – spiega Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl – una valorizzazione del patrimonio dell’azienda. La preoccupazione da parte nostra è per il futuro dei dipendenti coinvolti. Come Fistel riteniamo fondamentale che i lavoratori accedano alla nuova società in termini volontari o quantomeno con la clausola di salvaguardia di rientro in Wind qualora l’operazione non dovesse andare a buon fine”.
“Bisogna salvaguardare anche nel futuro l’organico che sarà trasferito nella newco – aggiunge Per Pierpaolo Mischi, segretario nazionale della Uilcom Uil – Su questo ci chiariremo già a cominciare dall’incontro del 27 gennaio”.
“L’operazione sulle torri – conclude Michele Azzola, segretario nazionale della Slc Cgil – si fa per fare cassa e fare investimenti impediti al momento dall’alto debito. Può essere un’operazione positiva nel caso in cui si tratti di riallocazione del capitale aziendale. Se si dovesse invece vendere a valori bassi e riaffittare in seguito le torri l’operazione sarebbe da bocciare. Ne capisco comunque l’esigenza”.