Wind nel mirino del Fisco per le emissioni di obbligazioni
effettuate attraverso le società lussemburghesi. Come anticipa la
Repubblica, nei giorni scorsi l’azienda di proprietà del
finanziere egiziano Naguib Sawiris e guidata in Italia da Luigi
Gubitosi ha ricevuto un verbale di contestazione per 60 milioni di
euro da pagare per non aver versato negli anni scorso la ritenuta
d’acconto del 12,5% sulle emissioni di bond “non senior”
effettuate attraverso scatole societarie lussemburghesi.
L’ispezione della Guardia di Finanza per conto dell’Agenzia
delle Entrate era in corso da circa un anno ed era volta a
verificare se i veicoli attraverso cui Wind ha raccolto nel tempo
circa 4 miliardi di euro erano effettivamente esistenti e
funzionanti. La legge prevede che in presenza di investitori esteri
la società italiana che emette il debito debba versare
all’erario il 12,5% sugli interessi corrisposti. A questo obbligo
si può sfuggire interponendo tra la società italiana e gli
investitori finali una società lussemburghese che raccoglie i
soldi e poi li presta alla controllante italiana.
E’ un’operazione lecita se i titoli sono quotati alla Borsa
lussemburghese e soprattutto se la società schermo non è
fittizia: cioè ha una sede, dei dipendenti e una precisa
attività, se ricarica un margine sui prestiti alla controllante e
gestisce la tesoreria attraverso un responsabile finanziario. Ma
evidentemente la Guardia di Finanza non ha riscontrato tali
elementi nelle oltre 20 società lussemburghesi create da Wind per
raccogliere denaro presso gli investitori esteri.
Queste strutture, nota Repubblica, sono comuni tra i grandi gruppi
italiani che emettono bond all’estero ma tutto dipende dalle
modalità con cui sono organizzate. Nel caso di Wind il rischio che
l’accertamento da 60 milioni si trasformi nella classica palla di
neve è molto alto: gli accertamenti fiscali per ora hanno
riguardato soltanto un prestito da 300 milioni e non il complesso
di 4 miliardi di bond “non senior” emesso dalla società di
tlc. Se le ispezioni andassero avanti e anche per le altre
operazioni si riscontrasse la fittizietà delle scatole
lussemburghesi allora la sanzione fiscale potrebbe moltiplicarsi e
raggiungere diverse centinaia di milioni di euro. Una nuova tegola
che cade su un gruppo, quello di Sawiris, che si sta
progressivamente sgretolando sotto il peso dei debiti e dei
contenziosi.