Wind si prepara a cedere le Network Operations

L’operatore russo-egiziano starebbe accelerando per esternalizzare la gestione e manutenzione delle reti. In pole position per rilevare l’asset Huawei oppure Ericsson. In ballo 1600 dipendenti, il 23% del personale attivo nel nostro paese. Protestano i sindacati

Pubblicato il 24 Nov 2011

Maxi cessione della rete più vicina per Wind, con Huawei e
soprattutto Ericsson in pole per rilevare 1600 tecnici addetti alla
supervisione e alla manutenzione dei network telefonici. Il gruppo
russo-egiziano, scrive Il Sole 24 Ore, sarebbe pronto a stringere
sull’esternalizzazione dei lavoratori dopo il mandato esplorativo
dato a McKinsey nella primavera scorsa, voluto
dall’amministratore delegato Ossama Bessada.

Si tratta di un’operazione con un valore potenziale, in termini
di asset, pari a tre miliardi di euro, che ha irritato i sindacati
dopo una prima fase di dialogo e che deve questo repentino
inasprirsi delle trattative proprio al cambio di marcia da parte di
Wind su un deal che, se perfezionato in questi termini, si
configurerebbe come una delle più importanti cessioni di rami
d’azienda dei prossimi mesi.

La decisione, continua il Sole 24 Ore, potrebbe arrivare tra il 30
novembre e il primo dicembre, con due offerte sul tavolo: da un
alto i cinesi di Huawei, pronti a lasciare il lavoro in Italia,
insieme con l’assunzione di 1500 su 1600 tecnici nell’arco di
tre anni.

Dall’altro Ericsson con cui si correrebbe il rischio di
trasferire la manodopera nell’Est europeo. Dura la reazione della
Slc Cgil, secondo cui si tratta di una "scelta che metterà a
rischio l’occupazione di migliaia di lavoratori di tutti i
settori perché, senza rete, Wind non potrà mantenere gli oltre
4mila addetti tra amministratori, commerciali, customer care e IT.
Noi siamo pronti ai sacrifici, ma questa soluzione è
inaccettabile".

C'è da dire che nel recente passato anche Vodafone Italia e 3
Italia hanno ceduto in outsourcing le rispettive attività di
rete.

Fistel-Cisl: Stop a operazione finanziaria
Wind non ceda la rete. È il richiamo all'azienda della Fistel
Cisl che si attende a breve una decisione sull'ipotesi di dare
in outsourcing la gestione della rete e temono il licenziamento o
l'esternalizzazione di 1.600 lavoratori.

"Il sindacato ritiene che lo studio sulla cessione della Rete
sia una operazione finanziaria che rischia di provocare enormi
disastri sulla prospettiva industriale dell'azienda e sul
futuro occupazionale di 1600 lavoratori" si legge in una
nota.

Il sindacato chiede l'apertura di un tavolo. "Wind negli
ultimi anni ha scelto di non investire sulla Rete, oggi è chiamata
a fare investimenti significativi per rispondere alle esigenze del
mercato, e lo fa nel peggiore dei modi, 'cacciando' 1600
lavoratori dal perimetro aziendale e facendogli pagare un prezzo
altissimo per la miopia industriale e strategica degli azionisti e
del management", denunciano i sindacati che propongono
"di efficientare i costi della struttura, aprendo un tavolo di
confronto e ricercando soluzioni che consentono all'Azienda
risparmi ed ai lavoratori di rimanere nell'azienda che hanno
costruito e sviluppato".

"Ci saranno scioperi, manifestazioni e presidi davanti alle
sedi del Governo e delle Ambasciate, articoli di stampa e
volantinaggi e tutto quello che si ritiene necessario per tutelare
l'occupazione e il salario di 1600 famiglie", prosegue la
Fistel Cisl.

Presidio a Ivrea, dipendenti in fibrillazione
Sempre sul fronte sindacale, una voce interna all'azienda, che
fa parte delle Rsu di lavoratori Wind di Ivrea, annuncia un
presidio per dopodomani a Ivrea, in via Palestro angolo piazza
Ottinetti, per protestare contro l'ipotesi di cessione delle
"Network Operations". Anche a Milano, la sede che
potrebbe coinvolgere il maggior numero di esternalizzazioni, sono
previsti presidi.

"Come già si vociferava da tempo, e dopo uno studio durato
mesi, in data 17 novembre presso l'Unione degli Industriali di
Roma, i rappresentanti di Wind hanno comunicato alle Organizzazioni
Sindacali che è ormai in via di definizione lo studio che porterà
alla cessione del settore "Network Operations" – fanno
sapere i dipendenti di Ivrea – Operazione che dovrebbe
complessivamente coinvolgere all'incirca 1600 dipendenti, che
verrebbero quindi "esternalizzati" presso un fornitore
ancora non precisato, nonostante si facciano con insistenza i nomi
di Huawei ed Ericsson".

"Le Segreterie Nazionali di Slc-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil
hanno aperto lo stato di agitazione in tutta l’azienda, con
l’apertura delle procedure di sciopero – continuano i lavoratori
di Ivrea – Inutile sottolineare come si tratti di un'operazione
che avrà un non trascurabile impatto sulla forza-lavoro impiegata
in Wind, considerato il peso dei circa 1600 lavoratori sul totale
dei 7008 impiegati in Italia (il 23%), secondo i dati del bilancio
Wind del terzo trimestre 2011 (7236 a fine 2010)".

"E' interessata, tra le altre, anche la storica sede di
Ivrea, dove sono 88 i lavoratori coinvolti, su un totale di 691
impiegati – precisano da Ivrea – La decisione risulta essere
decisamente discutibile, dal momento che il presunto obbiettivo
pare essere la ricerca di una maggiore efficienza e la mera
riduzione dei costi, nonostante i dati e gli indici di bilancio
Wind evidenzino negli ultimi anni un buono stato di salute e
redditività, pur in un contesto economico molto
problematico".

"Secondo i bilanci forniti da Wind, l'Ebitda (Earnings
before interest, taxes, depreciation and amortization) è sempre
cresciuto negli ultimi 4 esercizi (1.829, 2.010, 2.064, 2.185
milioni di euro), mentre alla fine del terzo trimestre
dell'esercizio in corso si è a 1.588 milioni di euro, con una
lieve flessione dello 0,5% rispetto allo stesso periodo del 2010
(quando era 1.596) – continuano i diepodenti dello stabilimento di
Ivrea – Per quanto riguarda invece il Risultato Netto, a fine
settembre risultava in positivo di 9 milioni di euro, mentre negli
anni precedenti si è passati dai 198 milioni del 2007, 385 nel
2008, 308 nel 2009 sino alla chiusura in negativo per 252 milioni
di euro dello scorso esercizio (risultato negativo effetto dei
costi una tantum relativi al rifinanziamento del debito; al netto
di tali effetti il risultato sarebbe stato positivo per 92 milioni
di euro)".

"Guardando in casa del principale competitor di Wind, Telecom
Italia, il Risultato netto di settembre 2011 riporta ad esempio un
negativo di 1.206 milioni di euro, contro un positivo di 3.572
milioni a fine 2010", aggiungono i dipendenti.

"La conferma dell'andamento positivo viene comunque dalla
stessa Wind, che nella relazione sul bilancio del terzo trimestre
2011, indica che "per il periodo in corso si conferma come il
trend vissuto dal Gruppo nei recenti trimestri, unitamente ad un
continuo processo di ottimizzazione della struttura dei
costi,consentono ragionevolmente di ritenere che il Gruppo
continuerà a consolidare la propria performance e la propria
posizione competitiva nel 2011"", argomentano i
dipendenti, chiudendo in chiave polemica: "E' triste
constatare come nonostante la situazione societaria non sia
problematica, si finisca comunque per considerare i dipendenti come
un semplice costo: se con l'attuale struttura i risultati sono
comunque positivi, sembra del tutto immotivata la scelta di cedere
il 23% dei propri dipendenti – chiudono i dipendenti – La
preoccupazione dell'azienda nella riduzione dei costi non
sembra invece presentarsi quando si tratta di concedere cachet a 5
zeri ai propri svariati (e crescenti) testimonials V.i.p. , o
quando si decide di organizzare (come successo nelle scorse
settimane) convention aziendali di fine anno ad Orlando, in
Florida, per presentare le offerte commerciali natalizie di fronte
ai maggiori esponenti del management e ai dealer che hanno generato
alti profitti".

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