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WindTre, Corti: “Consolidamento necessario, ma con regole giuste”

La strategia europea che ha puntato al progressivo abbassamento dei costi per il consumatore non ha funzionato. Oggi l’interesse primario è continuare a fruire di un servizio di qualità, serve un modello sostenibile

Pubblicato il 15 Giu 2023

Gianluca Corti

“È corretto che il regolatore difenda l’interesse del consumatore finale, ma oggi l’interesse primario del consumatore non è pagare meno, è continuare a fruire di un servizio di qualità. E se le dinamiche che caratterizzano oggi il mercato italiano proseguiranno nel corso del 2023 e del 2024, con la domanda di servizi digitali che continua a crescere, avremo inevitabilmente una qualità del servizio scarsa. Per questo dico sì al consolidamento, a patto che le regole che normano questo processo consentano al mercato di garantire un servizio di qualità al prezzo giusto”. A parlare è Gianluca Corti, Amministratore delegato WindTre, che in occasione dell’edizione 2023 – la tredicesima – di Telco per l’Italia, di scena oggi a Roma, ha espresso il proprio punto di vista anche sul tema del coinvolgimento delle piattaforme digitali nella realizzazione delle reti a banda ultralarga.

Consolidamento e fairshare, due strade da percorrere in parallelo

“Consolidamento e coinvolgimento degli Ott sono due strade diverse, ma vanno percorse entrambe”, ha detto Corti, precisando che rispetto al cosiddetto fairshare, è naturale che le big tech americane si mettano di traverso. “Faccio un esempio: chi in Italia ha un abbonamento Netflix Premium paga 5 euro in più per accedere a contenuti in streaming in 4K su quattro dispositivi contemporaneamente, con la possibilità di scaricarli su sei device. Ho chiesto ai miei ingegneri di calcolare la differenza nei consumi di banda e l’impatto sulle nostri reti. Ebbene, chi usa il servizio premium consuma il doppio della banda, ovviamente generando un costo maggiore per noi, a parità di tariffa per il cliente, mentre Netflix ha un ricavo e soprattutto un margine maggiore. È una condizione giusta? Ma soprattutto, pensiamo sia un modello sostenibile nel medio-lungo periodo?”

Rispetto al consolidamento del mercato, Corti ha detto che di per sé non è un approccio sbagliato, mentre le regole sottostanti al processo andrebbero riviste. “La stessa WindTre, del resto, nasce da un consolidamento. Ma non si può negare che che quando è cominciato il consolidamento del mercato italiano, le Tlc stavano già perdendo terreno, e il processo innescato non ha fatto che accelerare la discesa verso gli inferi. E a mio avviso sono le regole a non aver funzionato, anche perché in questo senso l’Italia ha corso più del regolatore europeo. Guardiamo con molta attenzione a cosa accadrà in Spagna tra MásMóvil e Orange. Resta comunque una premessa che si è rivelata sbagliata: la strategia europea puntava a sviluppare il digitale facendo pagare poco il consumatore, e quindi spingeva molto sulla concorrenza. L’obiettivo è stato raggiunto? I prezzi sono scesi, certo, ma il digitale in Europa non è certamente più affermato che in Asia e America. Anzi, direi anzi che in Asia è esattamente il contrario. Senza contare che fino a qualche anno fa gli incumbent europei erano i leader del settore a livello mondiale, oggi l’unico a mantenere buone marginalità è Deutsche Telekom, grazie ai ricavi di T-Mobile Stati Uniti”.

Il nuovo assetto frutto dall’accordo con il fondo Eqt

Corti ha anche delineato la strategia di WindTre a seguito dell’accordo con il fondo svedese Eqt, da cui è scaturita la newco in cui confluiranno la rete mobile e fissa. “In uno scenario italiano che vede un cashflow negativo, offrire il servizio di qualità che ci chiedono le aziende vuol dire essenzialmente lavorare per ottimizzare costi industriali”, ha detto Corti. “Continuiamo per questo a investire sulla rete e ad attivare partnership che aiutino a raggiungere questo obiettivo. Dopo l’accordo con FastWeb sul 5G e la joint venture con Iliad sulle aree rurali l’intesa con Eqt ci permette di focalizzare gli investimenti. La divisione in due società, WindTre dedicata al mondo retail e una netco con quota di maggioranza di Eqt per la vendita all’ingrosso, sosterrà gli investimenti nel B2b, dove è più facile crescere grazie a un mercato più sano rispetto a quello consumer e ci permetterà di accelerare sulla strategia di diversificazione nel retail.

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